Come si può definire la realtà? Da questa domanda prende le mosse la ricerca artistica di Matt Mullican (Santa Monica, 1951), il quale – a partire dagli anni ’70 no ad oggi – indaga la relazione che intercorre tra realtà e percezione, nel tentativo di dare una struttura ad ogni aspetto della condizione umana. Esplorando la mostra Matt Mullican. The Feeling of Things – a cura di Roberta Tenconi – che si articola negli ampi spazi di Pirelli HangarBicocca, ( fino al 16 settembre 2018) lo spettatore viene a contatto con un mondo altro, una sorta di infinito e sterminato archivio personale da cui l’artista lascia emergere un vocabolario e un apparato di segni e simboli da lui coniati ed identificati per la classificazione di tutta la realtà.
In questo processo Mullican individua cinque categorie – i “Cinque Mondi” – ognuno dei quali corrisponde ad un diverso livello di percezione ed è rappresentato da altrettanti colori: il rosso si riferisce alla psiche e alla soggettività; il nero caratterizza il tema della comunicazione e del linguaggio; il giallo si rivolge al mondo dell’arte, della scienza e della cultura; il blu identifica la vita quotidiana; il verde è utilizzato per indicare gli elementi fisici e materici. Questa è la stessa matrice che genera il progetto espositivo in cui, oltre seimila opere composte dai più svariati e diversificati media, vanno a comporre la personalissima cosmologia dell’artista americano: una profonda riflessione sull’esistenza volta a mostrare come la comprensione del mondo sia una costruzione del tutto interiore e soggettiva. Emerge con forza la volontà, forse l’ossessione, di creare un personale sistema di conoscenza generale capace di archiviare, catalogare e sistematizzare il reale in ogni suo aspetto, non però con la pretesa di universalità ed esaustività proprie di progetti precedenti destinati al fallimento – non ultimo Il Palazzo Enciclopedico progettato da Auriti –, bensì prendendo coscienza di come ciò che qualsiasi occhio percepisce altro non è che un’immagine sulla retina, a cui però il mondo reale non corrisponde, non è così.
Il percorso espositivo si articola nelle diverse aree colorate in maniera uida e ininterrotta mantenendo una forma aperta che lascia spazio all’immaginazione: la mente procede per associazioni libere osservando le opere delle più svariate tipologie, genera una rete di connessioni e relazioni tra i diversi livelli di percezione, dal tangibile all’immateriale, capaci di innescare effetti critici. Ciò che Matt Mullican elabora con la sua ricerca artistica sono dei nuovi e personali modelli interpretativi del mondo, degli strumenti cognitivi per indagare la realtà lasciando germinare attraverso l’esperienza sensoriale ed emozionale immagini, “rilievi” personali del reale.
La Recensione a firma di Angela Faravelli è pubblicata sul n. 268 di Segno
Matt Mullican The Feeling of Things
A cura di Roberta Tenconi
Fino al 16 Settembre 2018
Pirelli HangarBicocca
Via Chiese 2, 20126, Milano
Informazioni generali
T (+39) 02 66 11 15 73
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