L’occhio di Aurelio Amendola, tra i più celebrati fotografi italiani, rilegge le opere del Musma attraverso il suo sguardo magmatico, capace di far emergere, nello spazio denso dei suoi bianchi e neri, i dettagli, le spigolosità e le peculiarità dei lavori. L’Impresa culturale Synchronos che gestisce il museo, nel perseguire il duplice intento di tener vivo il percorso storico, sottolineandone l’attualità, e di accogliere residenze artistiche che comprendano gli spazi, legando il passato al presente affinché i contesti espositivi siano sempre più dinamici e vitali, ha scelto Amendola per interpretare i maestri in collezione. Da Marino Marini a Carla Accardi, da Pericle Fazzini a Luigi Ontani, da Giosetta Fioroni a Jannis Kounellis, l’intensità degli scatti racconta di sculture che emergono dagli ipogei, ridate al buio immateriale delle idee, sezionate dalla luce e squadrate in campi fortemente caratterizzanti, sculture che spesso dialogano con i ritratti degli artisti realizzati dallo stesso fotografo in un gioco visivo di rimandi tra reale e percepito estremamente stimolante. Amendola è un maestro nel far riemergere le singole poetiche attraverso l’intensità dei contrasti o la morbidezza delle forme, cercando i dati strutturali delle ricerche e rendendoli elementi di visualizzazione di forze mentali.
Nel far ciò vivifica le forme, ci mostra il loro rapporto col passato attraverso la contemporaneità dello sguardo e della luce: “Quando si guarda una scultura questa è piatta, io cerco di farla parlare di renderla vera con la luce –ci racconta il fotografo- cerco di far venire fuori le trasparenze e la sensualità. Ogni scultura ha una sua luce, una sua interpretazione”. L’energia dei blocchi, la leggerezza delle strutture che si armonizzano tra di loro è sottolineata anche da Simona Spinella, nel catalogo edito da Magonza editore con testi anche di Marco Bazzini e Raffaello De Ruggieri, la quale sottolinea come Aurelio dialoga con la forma in quanto la sua non è tanto raffigurazione di freddi valori formali ma sublime restituzione plastica. Materia e scultura convivono sul limite della rappresentazione e gli splendidi spazi del MUSMA (“Sembra che questo museo sia nato per la scultura – ha affermato Amendola – Io ho fotografato in tutto il mondo le sculture, ma un museo magico così non l’ho mai trovato “) hanno concorso ad esaltare l’occhio del fotografo. Il fotografo tornerà al Museo il 22 settembre per un workshop e un incontro con il pubblico.
Aurelio Amendola. Il fotografo, gli artisti, le opere
Fino al 21/10/2018
MUSMA – MUSEO DELLA SCULTURA CONTEMPORANEA MATERA
Via S. Giacomo, 75100 Matera MT