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MARTINO GENCHI – Raccogli la cosa nell’occhio

Il Museo Civico Medievale di Bologna ospita Raccogli la cosa nell’occhio, mostra personale di Martino Genchi.                                                                                                                                                                              

Genchi è chiamato a dialogare con le sale del quattrocentesco Palazzo Ghisilardi (pregevolissimo esempio di architettura bolognese) e si compenetra e si giustappone con audacia e con mirabile senso estetico ai capolavori medievali in esso contenuti. La lacuna diviene il principio movente dell’intero progetto ideato e realizzato ad hoc dall’artista milanese per il Museo Civico Medievale.

Scrive Claudio Musso, del cui contributo critico la mostra si avvale: “Alla ricerca di segnali, velati o manifesti, Martino Genchi ha avviato una sequenza di progressive esplorazioni del Museo Civico Medievale di Bologna. Gli attraversamenti e gli studi, che l’artista ha condotto anche tramite il disegno come ausilio dello sguardo, si sono concentrati sulle lacune, ovvero sulle numerose parti mancanti nelle opere esposte. Tali vuoti, tradotti in punti d’attrazione, vengono letti come particolari a cui dedicare maggiore considerazione, come spunti ai quali corrispondere. Non c’è un rapporto di interdipendenza tra le singole opere esposte e l’intervento dell’artista, piuttosto si tratta di una proporzione, di una relazione estesa alla quale partecipano lo spazio e le sue connotazioni, l’allestimento (i piedistalli, le mensole, gli ancoraggi alle pareti) e ovviamente gli elementi per i quali quest’ultimo è stato disegnato”.

La lacuna viene reinterpretata, riletta, rinnovata, trasfigurata. Le cavità lasciate dai gioielli rimossi sulla statua di Bonifacio VIII, il busto scomparso dall’Arca di Riccardo e Roberto da Saliceto, gli speroni cancellati di Filippo de’Desideri, il braccio perduto nel bassorilievo d’Apollo prestano il fianco alla fulminea intuizione che la lacuna sia invero topos ed insieme fondamentale principio compositivo.

Scrive lo stesso Genchi: “Nelle sale del Museo ho trovato una collezione parallela. Innestata su quella esistente, compresente e intrecciata come la superficie di una bottiglia di Klein. E’ quella composta dalle assenze, dalle parti mancanti dei reperti esposti. Figure dissolte, rapite, trasferite altrove. Erosioni operate dal tempo ed emblemi cancellati da mano umana, teste e braccia assenti-tracce di eventi accaduti”.

Una sublime metempsicosi dunque. Quasi guidato dall’ineluttabile impulso di un nous, Martino Genchi ridona materia, forma, spirito a ciò che non c’è più. Gli interventi di Genchi, installazioni poligonali tese su tiranti a fendere lo spazio, sono Illuminations, omeomerie laminacee e puntute, articolazioni organiche che paiono germinare spontaneamente. Quali segni paragrafematici, essi danzano in un perpetuo slittamento reticolare di piani semiotici e semantici e disvelano la loro natura prodigiosa, sonante, vitale. Martino Genchi con Raccogli la cosa nell’occhio compagina una mostra fascinosa e conturbante ove la lacuna, non è più sospensione in attesa di restituzione bensì diviene una lente d’ingrandimento, uno scandaglio sull’ousia dell’opera d’arte.

Raccogli la cosa nell’occhio è un progetto promosso in occasione di ART CITY Bologna 2017, il programma di iniziative istituzionali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in occasione di ArteFiera, che si propone di offrire nuove prospettive di visita al patrimonio storico-artistico della città attraverso opere di artisti contemporanei.

Museo Civico Medioevale di Bologna

Fino al 26 Marzo 2017

 

 

 

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