La 6° Senso Art Gallery di Roma ospita, fino al 5 aprile, Un desiderio senza più tempo, la personale di Mario Sughi.
Vanilla Edizioni ha pubblicato il catalogo con testi di Tommaso Evangelista, Raffaele Simongini e Barbara Tamburro.
[…] La contraddizione della pittura di Sughi sta in questa esclusione del bello naturale e nell’adozione della forma che benché eccessiva nel suo edonismo da realismo post-capitalista, nella misura in cui elimina l’organico attraverso un sottile processo di smontaggio grafico, aumenta la dimensione del narrare come forma della memoria.
Il racconto di altre vite permette in fondo all’artista, come su un palcoscenico, di costruire la propria, svelando il racconto di sé..[…]
Tommaso Evangelista, Il teatro delle possibilita’. Arte e linguaggio nell’opera di Mario Sughi.
[…] La tecnica di Sughi, new mixed media, che si ottiene mescolando la pittura digitale e tradizionale, la fotografia e il disegno a mano libera, sottopone lo sguardo dello spettatore ad un disorientamento percettivo: pur essendo le figure immerse nel paesaggio, i colori restituiscono l’effetto di un freddo calore
artificiale. È un trattamento particolare della luminosità e del colore che mostra insolite analogie con i film di Jean-Luc Godard,
come ad esempio Pierrot le fou e Il disprezzo o con le pellicole di Quentin Tarantino, in particolar modo la serie di Kill Bill.[…]
Raffaele Simongini, Mario Sughi: il flâneur digitale
[…]
Le figure di Mario Sughi, prevalentemente femminili, sono raffigurate nella loro quotidianità: sdraiate sui prati, su spiaggie, su terrazzamenti o a bordo piscina, sono sempre alla ricerca della tranquillità, di un posto calmo dove riposare e riflettere, come a voler fermare il tempo che scorre troppo velocemente e che delle volte sembra sfuggirci e svanire. Ogni volta che osservo un’opera di Mario Sughi provo una sensazione di armonia ed è come se osservassi la realtà dal di fuori e ne percepissi ogni singola sfaccettatura. […]
Barbara Tamburro