Dal 3 ottobre al 7 novembre la Galleria Maria Cilena, studio per l’arte contemporanea in via Farini a Milano, ospita la mostra a che temperatura fondono le consonanti? di Marco Cordero, una serie di opere realizzate negli ultimi tredici anni. Cordero scolpisce libri. Ma non nel senso che le sue sculture hanno le forme di volumi rilegati: i libri sono invece la materia prima che l’artista intaglia con precisione e delicatezza, ricavandone impronte di corpi, profili di paesaggi, sagome di oggetti emblematici della nostra tradizione culturale. Dalle opere affiorano a volte frammenti di testi, brevi sequenze verbali che in alcuni casi hanno la parvenza del verso poetico o dell’aforisma, in altri il sapore dell’enigma.
Il libro inteso come strumento-cardine della trasmissione del pensiero, come oggetto sacralizzato (la letteratura può essere ritenuta un culto che, come ha scritto Martin Amis, «rispetto alle fedi convenzionali, offre qualcosa di tangibile da venerare»), nel lavoro di Cordero è omaggiato nella stessa misura in cui viene profanato, o perlomeno ricondotto nell’alveo del suo rapporto basilare, fisico, tattile con la vita.