Quiete e silenzio regnano nella sala espositiva di MAGTRESTUDIO, studio degli artisti Guido D’Angelo e Antonella Nardi e project room che ha ospitato vari progetti sperimentali come Darsi alla macchia, Prevedere e deludere e Codima, dove è allestita la mostra di Marco Affaitati “La calma non ha confine”. Visibile fino all’8 gennaio 2019 l’esposizione propone gli ultimi lavori di Affaitati – classe 1988, studia e si specializza in pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma – incentrati sull’atmosfera evocata nel titolo.
Un senso di rigenerazione nasce dalla calma intangibile ma intrinseca alle tre opere, di varie dimensioni, installate nelle pareti e realizzate attraverso la tradizionale pittura ad olio. Una tecnica lenta che prevede lunghe pause per consentire l’asciugatura del primo strato di colore per poi stendere il successivo. Nelle due tele maggiori – Luce interna (2018, olio su tela) e Doppio fiore (2018, olio su tela) – è possibile perdersi nelle gradazioni di toni, dal bianco al grigio, fino a far riaffiorare nella nostra mente paesaggi montani o densi cieli tempestosi evocando la pittura romantica del tedesco Caspar David Friedrich, ma anche gli Equivalents di Alfred Stieglitz, serie di studi fotografici sulle nuvole scattati per essere interpretati come equivalenti degli stati d’animo. Tuttavia questa sensazione di quiete e benessere interiore non è qualcosa di già raggiunto. Solo grazie al lento processo pittorico, alla mediazione del conflitto fra bianco e nero è possibile giungere ad uno stato di calma, alla tregua tra tonalità opposte che trovano pace nel grigio.
Il piccolo dipinto Haiku (2018, olio su tela), realizzato tramite una pittura astratta più corposa, genera ulteriori riferimenti sia occidentali – dalla pittura materica alle sperimentazioni più contemporanee – sia orientali. Infatti, gli haiku sono i componimenti poetici giapponesi caratterizzati per la loro brevità, un’essenzialità che si ritrova anche nella pittura informale del territorio nipponico e nei concetti zen. L’indagine pittorica di Affaitati, avviata in una Roma caotica, approda nei paesi del Sol Levante per ritrovarsi e poter affermare che “La calma non ha confine”. I graffi e le striature ivi prodotti dalla stesura a pennello e punte metalliche convogliano l’attenzione dello spettatore verso territori altri, arrivando ad immaginare una presunta strada – che mi ricorda quella del dipinto ad olio di Paul Klee Strada principale e strade secondarie (1929, Ludwig Museum, Colonia) – per via del chiarore intriso nello stesso colore scuro. Affaitati considera la pittura non come una rappresentazione della realtà, bensì come un discorso o una riflessione sulla realtà. Tuttavia l’artista va oltre uscendo dal supporto pittorico per invadere lo spazio dell’esperienza con l’installazione ambientale Untitled del 2016 (tecnica mista su tela, 210 x 1000 cm). Riallacciandosi alla sua ultima mostra Arte & Natura#2: Interiorità VS Essenzialità, parte del progetto Appia Antica Art Project a mia cura, Marco colloca al centro della stanza la sua lunghissima tela monocroma in cui la natura è resa attraverso i mezzi essenziali della luce, del colore e del “non detto” intesi come possibilità di azzeramento dal bombardamento delle immagini cui l’uomo è oggi sottoposto. Un processo di annullamento che dispone l’animo a ricevere ed interiorizzare la calma – dal greco kâuma, il “calore ardente del sole” – intesa come un elemento che illumina e riscalda l’esistenza ovvero come astro indispensabile per la vita. Il primo Untitled è del 2014 quando, durante la sua realizzazione, la pioggia divenne l’artefice, insieme all’artista, della creazione pittorica iniziando a diluire il colore. Così Affaitati, “delegando” parte del lavoro al cielo, ha portato alla nascita di questa serie di tele, scaturite nel paesaggio e dall’incursione di eventi non previsti. Un’opera, questa, svincolata da ogni supporto così da presentarsi come amorfa configurazione collocandosi perfettamente nello spazio, adagiandosi attraverso il suo peso per prestarsi a molteplici possibilità ed interpretazioni. Debitore dell’insegnamento di Robert Morris e ai suoi celeberrimi Felts, Marco se ne discosta grazie al suo interesse ad agire nella e con la natura.
Ed è sempre quest’ultima il soggetto che ruota attorno ai lavori qui esposti, di fronte ai quali l’osservatore può legittimamente abbandonarsi a immaginarie suggestioni emotive e visive ma anche soffermarsi a un attimo ad ascoltare la pittura stessa e la sua sostanziale caratteristica: comunicare anche laddove la parola è assente.
Marco Affaitati “La calma non ha confine”
Con un testo di Daniela Cotimbo
Fino all’8 gennaio 2019
MAGTRESTUDIO
Via Flaminia, 26 – 00196 – Roma
orario: visitabile su appuntamento
info: tel. +39 347 7842952
siti: https://magtrestudio.wordpress.com/ | https://www.marcoaffaitati.com/
email: marcoaffaitati@hotmail.it