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L’ultimo saluto ad Eliseo Mattiacci

Eliseo Mattiacci, purtroppo malato da tempo, ci lascia oggi all’età di 79 anni, ed è con grande e immenso dispiacere che apprendiamo la notizia della sua scomparsa.

Originario di Cagli (PU), classe 1940, Eliseo è stato artista talentuoso e sin dagli esordi, appena ventenne, attenzionato dalla critica, tanto da aggiudicarsi nel 1961 il primo premio alla collettiva dedicata ai giovani artisti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma con l’opera Uomo meccanico realizzata in metallo con materiali di recupero assemblati. Poi il trasferimento a Roma negli anni sessanta e la personale alla galleria La Tartaruga di Piazza del Popolo nel 1967 e nello stesso anno la compagine affine alla pattuglia poverista con la mostra Im-Spazio alla galleria La Bertesca di Genova, per poi rifiutare nel ’69 l’invito all’amalfitana Arte povera +azioni povere, tracciando così la propria contrarietà ad essere parte di un movimento. Poi all’Attico di Fabio Sargentini, Prospekt 69 a Düsseldorf fino a volare nel decennio settanta, alla Biennale di Venezia del 1972 e alla strutturazione delle note opere Alfabeti primariCultura mummificataPlanisfero con fusi orari e Progetto totale. Una carriera inarrestabile che nell’88 lo vede nuovamente protagonista con una sala personale alla LXIII Biennale di Venezia e dove si fa largo l’interesse per fenomeni legati alla precarietà dell’equilibrio, al magnetismo, alle relazioni tra corpi e alle energie peculiari alla ricerca degli anni novanta. Non finisce qui e il nuovo millennio lo vede protagonista con una installazione per il Mart di RoveretoSonda Spaziale del 1993-1995, una colonna alta 17 metri assemblage di due strutture metalliche e poi l’invito alla mostra di sette scultori italiani nei giardini dell’Ambasciata Italiana per le Olimpiadi di Pechino. Infine, il Premio Antonio Feltrinelli per la scultura nel 2008, nel 2010 la mostra alla Galleria dello Scudo con una selezione di opere realizzate tra il 1976 e il 2010 e chiusa da poco, la sua ultima esperienza espositiva che, in compagnia degli amici Luigi Carboni, Paolo Icaro e Giovanni Termini, lo ha visto protagonista ad Urbino nella meravigliosa mostra curata da Adele Cappelli Incontro a Palazzo https://www.rivistasegno.eu/incontro-a-palazzo-carboni-icaro-mattiacci-termini/

Correva l’anno 1978 quando abbiamo parlato di lui per la prima volta sulle pagine di Segno (n.7 marzo-aprile) allora presente a Pescara presso lo Studio Cesare Manzo con una personale dal carattere inconfondibile. Desideriamo ricordarlo così, con quei due mezzi meccanici, il primo rappresentato da una moto, il secondo da un uomo e collegati da strumenti di misurazione per rivelarne la presenza umana. Visionario e anticipatore di pensiero quando all’epoca offriva dignità all’energia meccanica, già narrava di un mondo che oggi abbandona, generando intorno a sé un vuoto immenso e incolmabile.

Lucia Spadano, Umberto Sala e tutta la redazione di Segno si uniscono al cordoglio della famiglia e degli amici, dell’arte e non, che da oltre quarant’anni lo hanno seguito con grande stima e coinvolgimento.

I funerali saranno celebrati mercoledì 28 agosto alle 16,30 al Duomo di Cagli.

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