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L’ossessione nordica. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana

È di scena a Rovigo presso Palazzo Roverella la mostra: L’Ossessione Nordica. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana, che pone l’accento sul ruolo fondamentale che ebbe l’influsso dell’arte nordica, sviluppatasi e diffusasi a cavallo tra la fine e l’inizio del secolo scorso, in particolare grazie alla vetrina della quarta biennale veneziana, in Europa ma soprattutto sull’ambiente artistico italiano. Già Vittorio Pica, nel 1901 avvertiva la presa del nuovo stile sugli artisti sia affermati sia più giovani, scrivendo: “Il visitatore che entra per la prima volta in alcune sale della sezione italiana di questa quarta mostra di Venezia e si sofferma a guardarne, con particolare attenzione, le varie tele, grandi e piccole, disposte in bell’ordine intorno alle pareti, non può non osservare che parecchi dei nostri pittori, specie se veneti o lombardi, si appalesano profondamente influenzati dall’arte nordica, tanto da rinunciare ad alcuni tradizionali caratteri dell’arte italiana per presentarsi camuffati da Scozzesi, Scandinavi o Tedeschi”. La mostra, che documenta per la prima volta l’influsso e l’impatto dell’arte nordica in Italia, partendo dalla riesamina delle prime partecipazioni alle Biennali; chiarisce anche il significato più ampio che il termine assunse all’epoca e che  comprendeva opere di Boecklin, Hodler, Klimt, Klinger, Von Stuck, Khnopff e gli Scandinavi di varie tendenze come Zorn, Larsson e anche Munch. Il percorso espositivo si snoda attraverso diverse sezioni tematiche e raggruppanti di diversi soggetti: Centauri, Tritoni, Sirene dalle Alpi alla Laguna; Dal Simbolo alla Natura: Gente del Nord; La Poesia del Silenzio; Il Paesaggio dell’Anima: Neve e Fiordi, il Tempo e le Stagioni; Le Maschere e i Volti; Venere senza Pelliccia; Virtuosismi in nero: dal Simbolismo alle Secessioni di Monaco, Vienna, Darmstadt e alle conseguenze sui vari filoni dell’arte italiana, specie nei territori ‘di frontiera’ come il Trentino, il Friuli e l’area triestina. Infine si approda alla domanda che sottende le ragioni dellla rassegna stessa: Cosa succede e quali linee traversano e tagliano la nostra pittura e scultura in questi anni? E attraverso quali esperienze passava? 
Si pensi dunque a De Carolis e i dannunziani, a De Maria, a Sartorio e a Laurenti fino a Bonazza e Wolf Ferrari. La mostra, curata da Giandomenico Romanelli e diretta da Alessia Vedova,è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi. Fino al 21 giugno 2014.

Info: www.studioesseci.net

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