Col titolo L’Italia s’è desta: 1945-1953. Arte italiana del secondo dopoguerra, fino al 26 Giugno, il MAR Museo d’Arte della città di Ravenna offre agli appassionati un quadro complessivo di una delle stagioni davvero cruciali della storia artistica italiana. La mostra vuole essere una sorta di fermo immagine che registra non solo il nuovo che ribolle, ma anche la vitalità di ciò che il montare di una forte ansia di modernità via via relegava a una considerazione sempre più marginale, ovvero le opere ultime, eppure spesso sorprendentemente felici, dei grandi protagonisti della prima metà del secolo. L’esposizione è il racconto del voltar pagina e mutar paradigma di una generazione alla ricerca, affannosa e creativa, di nuove possibilità espressive, ma anche una “mappa” della moltitudine di movimenti, esperimenti ed esperienze proliferate in quel contesto culturale. Il periodo inquadrato va dalla fine del secondo conflitto mondiale alla grande mostra di Picasso del 1953, a Roma e Milano, rivissuto attraverso centosettanta opere di Morandi, De Pisis, Balla, Carrà, Casorati, De Chirico, Martini, Marini, Manzù, Guttuso, Leoncillo, Morlotti, Pizzinato, Peverelli, Testori, Sassu, Zigaina, Birolli, Levi, Santomaso, Vedova, Viani, Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo, Turcato, Ballocco, Burri, Capogrossi, Colla, Berti, Nativi, Fontana, Crippa, Dova, Dorfles, Munari, Radice, Reggiani, Sottsass, Baj, Colombo, Dangelo, Afro, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Carol Rama, Spazzapan, Antonio Zoran Music, Tancredi, Romiti, Bendini, Vacchi. Scorrendo l’elenco degli artisti, salta all’occhio come siano presenti le esperienze più disparate, dai Neocubisti agli Spazialisti, dal Fronte Nuovo delle Arti al MAC Movimento Arte Concreta, dal Gruppo Origine al Gruppo dell’Astrattismo Classico a Formia 1 al Gruppo degli Otto e tanti altri. L’esposizione è documentata da un importante catalogo edito da Allemandi, a cura di Claudio Spadoni, con saggi di Marco Antonio Bazzocchi, Luciano Caramel, Claudia Casali, Alberto Giorgio Cassani, Roberto Nepoti, Francesco Poli, Luisa Somaini, e apparati bibliografici di Irene Biolchini e Davide Caroli.