L’enigma di Isidore Ducasse (Omaggio a Lautréamont) “bello come l’incontro casuale di una macchina da cucire e un ombrello sul tavolo di un obitorio.” è l’intricante e curioso titolo della mostra presso Villa Santini di Verona. Un edificio straordinario, l’unico praticamente rimasto incontaminato dalla dilagante e spesso inconsapevole ristrutturazione edilizia, esso stesso motivo d’ispirazione per il progetto d’arte contemporanea che vede coinvolti gli artisti Simone Pellegrini, Cuoghi Corsello, Ettore Frani, Andrea Bruno, Nicola Samorì, Mustafa Sabbagh, Franko B, Stefano W. Pasquini, Christian Rainer, Karin Andersen, Adriano Persiani, Gilda Scaglioli, Simone Rondelet, Chiara Soldati, Roberto Papavero Crusca, Eddy Corvaglia, Matteo Serri, Chiara Forti, Stefano Ricci e Claudia Collina. Si tratta di fatti di un veroe proprio omaggio alla controversa e purtroppo troppo spesso incompresa figura del poeta il Conte di Lautréamont (1846-1870) pseudonimo di Isidore Ducasse, autore dei visionari Chants de Maldoror (1870) che oggi si ritiene abbiano influenzato le poetiche di molti artisti Simbolisti e Surrealisti. Il testo, intriso di oscure simbologie, bizzarre metamorfosi e aberranti follie, ispira infatti Man Ray che nel 1920 realizza la fotografia Indovinello (o L’enigma di Isidore Ducasse), dove ritrae un oggetto dalla forma ambigua coperto dalla tela di un sacco e strettamente legato con una corda. L’autore, che ha nascosto l’oggetto, lo distruggerà dopo averlo fotografato giocando in questo modo con il concetto di ambivalenza e i doppi sensi con i quali Lautréamont stesso era maestro. Al villino dunque saranno realizzate e visibili opere site-specific che prendono spunto dalle suggestioni offerte sia dalla figura di Lautréamont quanto dal luogo stesso che le ospita. La mostra a cura di Patrizia Silingradi, Sonia Schiavone, Stefano Rovatti, Mario Santini e Antonella di Tillo apre al pubblico il 23 novembre alle ore 18.30. Info: www.melepere.com