Cambio di staff ( i nuovi curatori di The Others sono Bruno Barsanti, Ludovica Capobianco e Greta Scarpa) e cambio di sede per The Others Art Fair, la prima fiera italiana dedicata all’arte emergente internazionale e prima collateral di Torino. La fiera, giunta alla 6° edizione, nata e voluta da Roberto Casiraghi, che inventò anche Artissima, quest’anno lascia la storica e suggestiva sede dell’ Ex Carcere Le Nuove e approda all’Ex Ospedale Regina Maria Adelaide. Uno spostamento, come suggeriscono i curatori, che segna un cambiamento, non solo fisico ma anche e soprattutto nel carattere della fiera. Così “The Others diventa un evento itinerante, nomadico, che occuperà di volta in volta spazi anticonvenzionali, spesso in disuso, contribuendo alla riattivazione degli stessi”. D’altra parte, il numero sempre più crescente dei visitatori negli anni, ha imposto all’organizzazione la ricerca di un luogo più grande, più sicuro ed accessibile, sicché l’ Ex Ospedale Regina Maria Adelaide è diventato anche il pretesto per rivedere il formato nella sua complessità. “L’edificio, inaugurato nel 1887, è costituito da tre corpi riuniti tra loro da passaggi coperti e comunicanti in un ampio giardino interno. Intitolato nel 1885 alla Regina Maria Adelaide, è stato centro traumatologico di eccellenza e negli anni Sessanta fu tra i primi a introdurre i servizio di rieducazione e riabilitazione. Chiuso ad Aprile del 2016, è stato concesso per la realizzazione di The Others grazie alla disponibilità e sensibilità della Città della Salute e della Scienza di Torino”.
In tal senso, The Others conferma la sua originaria vocazione “anti-convenzionale” insita anche al luogo, che dalle Ex Carceri oggi passa per l’Ex Ospedale Regina Maria AdelaideThe Others, proponendosi in futuro di diventare un evento itinerante, nomadico, che occuperà di volta in volta spazi inconsueti all’arte, spesso in disuso, e contribuendo alla riattivazione degli stessi.
Tema dunque della fiera è il Nomadismo Culturale: “The Others si muove verso un’identità aperta e multiforme. Un modello pionieristico in grado di interpretare un cambiamento culturale in pieno sviluppo, che vede gli individui cavalcare i profondi mutamenti tecnologici e comunicativi in atto. Concetti quali stabilità e sedentarietà risultano oggi sempre più obsoleti e al tempo stesso sostituiti con nuovi parametri culturali: mobilità, flessibilità, spirito di adattamento, dinamismo, eterogeneità, cosmopolitismo, contaminazione culturale, autonomia“.
Fra i progetti speciali sono confermati: The Others Exhibit, che alla sua seconda edizione di Exhibit viene riproposta quest’anno all’interno degli spazi della Fiera, in un corridoio dedicato del Maria Adelaide. L’esposizione vuole evocare quella che dovrebbe sempre essere la dimensione e la condizione dell’arte: senza confini. Sculture, installazioni e interventi multimediali senza limiti di formato potranno dialogare con la dimensione di ampio respiro del contenitore, forzando il limite abituale dello spazio espositivo.
The Others Performance: un programma giornaliero di performance proposte dagli espositori della Fiera. The Others Screen: all’interno di tre piccole stanze di proiezione, adiacenti una all’altra, ogni giorno si alterneranno video selezionati dal Comitato Curatoriale.
Fra le novità di questa edizione: The Others Roundtable: The Others inviterà alcuni importanti attori del sistema dell’arte emergente a discutere sul tema del Nomadismo Culturale, il tutto durante un’unica giornata. Gli interventi sono curati da: Angelo Bellobono, Atla(s)now – Cristiana Colli, Giornalista e curatrice – Stefano Colombo e Luca Marullo, Parasite 2.0 – Gianluca d’Inca Levis, Dolomiti Contemporanee – Giovanni Gaggia, Sponge ArteContemporanea – Stefania Galegati Shines, Caffè Internazionale – Filippo Lilli, Polisonum – Fabrizio Panozzo, Laboratorio di Management dell’Arte e della Cultura, Università Ca’ Foscari – Davide Quadrio, Art Hub Asia – Federica Tattoli, Fruit of the forest – Massimiliano Tonelli, Direttore Artribune – Claudio Zecchi, Curatore indipendente.
DAMA A Palazzo Saluzzo Paesana arriva DAMA, una nuova fiera ideata dal gallerista Giorgio Galotti insieme ad alcune realtà estere e un gruppo curatoriale, che spinge i collezionisti alla frequentazione di luoghi dalla forte identità culturale e meno asettici delle canoniche fiere. Una fiera per galleristi organizzata da galleristi, e che tenta il percorso già avviato anni fa, a Parigi, Londra e prima ancora a Basilea, della creazione di luoghi, dove poter svolgere liberamente il proprio lavoro senza restare compressi da un’economia che tende a premiare i colossi. Si tratta in sostanza di un’esperimento finalizzato a premiare un rapporto più autentico e amicale con i collezionisti, a liberare un certo tipo di mercato, allo smarcarsi dalla moltitudine di gallerie che oggi partecipano a qualsiasi evento fieristico. Nessuna polemica ma semplicemente il desiderio di un cambio di rotta. Le gallerie che hanno aderito a DAMA sono poche ma di buon livello e principalmente straniere: ANTENNA SPACE – SHANGHAI, CINNNAMON- ROTTERDAM, DREI-COLOGNE, GIORGIO GALOTTI – TORINO, TOBIAS NAEHRING- LEIPZIG, NEOCHROME- TORINO, NEUMEISTER BAR-AM- BERLIN, MAXIMILLIAN WILLIAM- LONDON, WSCHÓD- WARSAW, YAUTEPEC- MEXICO CITY
NESXT Non è propriamente una fiera ma un Indipendent Art Festival che, inaugurato lo scorso 27 ottobre, entrerà nel vivo proprio durante l’Art Week Torinese. “Nel complesso delle sue iniziative, il festival si pone come un grande evento condiviso che abbraccia la città e la presenta come unico spazio creativo multiforme, per stimolarlo e promuoverlo di fronte al pubblico: Torino e il suo tessuto culturale diventano vetrina e palcoscenico, luogo di ospitalità e di racconto, di sé e del panorama nazionale. Il festival si articola con una MOSTRA dove sono ospitati i progetti di 20 spazi selezionati da un comitato scientifico tramite call nazionale, e un CIRCUITO OFF cittadino di eventi e mostre diffuse nella città, ospitate da realtà e spazi di produzione artistico/culturale locale”. NESXT è ideato e curato da Olga Gambari, ex art director di The Others, sostenuta da un comitato scientifico composto da: Lorenzo Balbi, Pietro Gaglianò, Andrea Lacarpia, Roberta Pagani, Marco Scotini.
OPERAE A Palazzo Cisterna va di scesa l’edizione 2016 di Operae, fiera dedicata al mondo dei designer e dei progettisti, sostenuta dal motto Be Brave. Sono 33 i protagonisti internazionali che hanno risposto alla chiamata Designing the future, provenienti, oltre che dall’Italia, dai Paesi Bassi, Francia, Belgio, Taiwan, Russia, Giappone, Regno Unito. Annalisa Rosso, curatrice di Operae, ha traghettato la fiera nella scelta di progetti molto diversi fra loro, finalizzati all’indagine fra l’estetica contemporanea e l’artigianato, senza trascurare la relazione con altre discipline, compresa quella sulle opportunità offerte dai nuovi materiali. In particolare, 10 eccellenze dell’artigianato piemontese sono stati associati – tramite bando – ad altrettante gallerie di design contemporaneo e progettisti internazionali, da cui sono stati creati, attraverso la maestria degli artigiani di casa nostra, oggetti di pregio, valorizzati dall’apporto fornito dall’esperienza sul mercato dei galleristi, che ha reso possibile il loro interesse verso un nuovo tipo di collezionismo. In fiera, dunque, collezioni limitate di oggetti di design, che premiano la relazione tradizione-innovazione.
PARATISSIMA C’è anche lei: Paratissima, che subito richiama nel nome l’ufficiale Artissima, nata infatti come suo evento off. Gli artisti di Paratissima sono i creativi (pittori, scultori, fotografi, illustratori, stilisti, registi, designer) emergenti, che non sono ancora entrati nel circuito ufficiale dell’arte, e i nomi affermati che desiderano mettersi in gioco in un contesto dinamico rivolto ad una vasta platea. Le sezioni principali di Paratissima sono dedicate al design, al fashion, alla fotografia, alle giovani gallerie di arte contemporanea e street artist.
FLASHBACK è la Fiera dedicata all’arte antica e moderna all’insegna dell’imperativo: L’arte e’ tutta Contemporanea diretta da Stefania Poddighe e Ginevra Pucci. Parafrasando una storica affermazione di Gino De Deminicis, tratta da un’intervista di Marina Valensise su Il Foglio del 20 marzo 1997, le direttrici di questa fiera affermano con forza il concetto che anche questo genere di arte rientra nel mercato, e per questo ha il diritto e il dovere di confrontarsi con i linguaggi più attuali. Nei mesi scorsi, infatti e non a caso Flashback ha sostenuto il progetto Opera viva, ovvero l’arte contemporanea in Barriera di Milano. con la finalità di fornire gli strumenti alle persone per penetrare l’arte nella sua totalità.