La Galleria Annarumma di Napoli inaugura Disarmonica Grazia, personale della giovane Laura Renna. Una mostra che unisce sentimento di bellezza e disarmonia interiore, quale controprova che – forse – l’inflazionato motto dostojeskiano secondo il quale “La Bellezza salverà il mondo” non è più sufficiente.
Troppo spesso, sembra ricordarci Renna, l’uomo è artefice di un iter accidentato, di un percorso di vita ad ostacoli che, se detengono il privilegio di allontanare l’insidia del tedium vitae, ben noto ad Hermann Hesse, producono tensioni evidenti, che inficiano la condizione dell’essere e che ne determinano uno stato di “disarmonica grazia”.
Armonie ricercate, ma disattese sono l’oggetto della sperimentazione visiva di Laura Renna che, tra opere istallative e fotografie, riflette – nella pur totale assenza della figura umana – sulla fragilità dell’esistenza. Così il paesaggio, nella sua valenza metaforica, si fa emblema dell’attraversamento esistenziale, una sorta di fisionomia dell’anima che innalza – o che incontra – barriere prima di raggiunger la mèta.
Contraltare all’ostacolo è “lo spazio di meditazione” dell’artista, luogo in cui le idee si affastellano e si sviluppano con consapevolezza, attraverso quel processo di consolidamento della cultura estetica, che implica la capacità attiva di partecipazione emotiva ed intellettuale alla propria vita. Dunque quella partecipazione umanizzante che, per mezzo dell’arte, permette una piena coscienza del limite e del suo superamento.