‘Man Ray – l’uomo infinito’ in mostra nella pinacoteca del Castello di Conversano (Ba) fino al 19 novembre 2017.
L’esposizione presenta circa 100 opere – dipinti, disegni, fotografie, sculture, litografie e oggetti d’arte – dell’artista americano, simbolo del Dadaismo. La mostra è organizzata da Il Libro possibile – Arte con la Fondazione Marconi e si avvale della consulenza di Vincenzo de Bellis e Eugenia Spadaro. Il percorso espositivo di un artista a 360 gradi, pittore, fotografo, scultore, cineasta. L’uomo infinito di Man Ray si articola in cinque sale suddivise in otto aree tematiche che si susseguono, in ordine cronologico, analizzando i diversi stili e le differenti tecniche con le quali l’artista si è cimentato nel corso della vita. Dalla prima sezione “New York 1912 – 1921”, si passa a “Il rapporto con Marcel Duchamp”, e “Gli amici artisti e autoritratti” segue poi la sezione “Muse e Modelle” a rimarcare una delle caratteristiche dell’opera fotografica di Man Ray, il ritratto di soggetti che lo ispiravano. Si giunge poi al “Dadaismo e avanguardie”, “Realtà e finzione-voyeurismo e sadismo”, le 50 facce di ‘Juliet’ e infine il “Ritorno in Francia”. Il titolo della mostra “L’uomo infinito”, tratto dall’opera presente in mostra, l’’Homme Infini’, del 1970, contiene in sé tutto il senso della complessità e profondità della ricerca artistica di Man Ray, e sembra voler suggerire di gettare uno sguardo sull’amplissima produzione di questo artista nella sua totalità.
Man Ray, all’anagrafe Emmanuel Rudzitsky, nasce a Philadelphia il 27 agosto del 1890. Cresce a New York, dove completa i suoi studi e comincia a lavorare come disegnatore e grafico, firmando le sue opere con lo pseudonimo Man Ray, uomo raggio. Nel 1915 conosce Marcel Duchamp che diventa suo grande amico, ispira la sua arte e con cui fonda il ramo americano del movimento Dada, destinato però a non avere successo nella Grande Mela. Alle prime opere di ispirazione cubista segue la sperimentazione di varie tecniche (collage, sculture e assemblaggi, pittura ad aerografo, fotografia). Nel 1921 si trasferisce a Parigi assieme a Duchamp, dove comincia a dedicarsi alle fotografie dei ritratti di personaggi celebri, come James Joyce, Jean Cocteau, producendo i suoi primi “rayographs”: immagini fotografiche ottenute poggiando gli oggetti sulla carta sensibile. Nel 1924, Man Ray diventa il primo fotografo surrealista e da qui la sua arte fotografica diviene sempre più nota e sempre più ricercata. Nel 1941 si reca a Los Angeles dove rimane fino al 1951, per poi rientrare a Parigi, dove muore il 18 novembre del 1976, lasciando una lunga eredità artistica.
Man Ray – L’uomo infinito
Fino al 18 novembre 2017
Castello di Conversano
Corso Morea – Piazza della Conciliazione,
70014 Conversano BA
photo credit: amalia di Lanno