OLTRE IL SACRO è l’installazione che l’artista Annamaria Gelmi ha realizzato all’interno del Duomo di San Giacomo di Innsbruck. Si tratta di un evento particolare che, nell’ambito della rassegna Kunstraum Kirche, ogni anno si ripete nel periodo della Quaresima, ideato per promuove il dialogo tra tradizione e modernità negli spazi sacri, attraverso l’installazione di opere d’arte contemporanea nelle chiese. Quest’anno il comitato scientifico, che da venticinque anni seleziona un artista a livello internazionale per produrre un’opera site specific, ha scelto l’italiana Annamaria Gelmi, che abbiamo incontrato per voi.
Breve intervista con Annamaria Gelmi.
Rivista Segno. Nella tua opera ricorre spesso la forma della croce. Si tratta di un riferimento al simbolo religioso o c’è dell’altro?
Annamaria Gelmi. La nostra cultura ci porta a pensare per prima cosa alla Croce simbolo del cristianesimo.La croce in realtà ha origini molto più antiche, la troviamo anche nel mondo pagano.
Se pensiamo ai siti archeologici troviamo i resti di antiche costruzioni che avevano la base-perimetro, spesso, a forma di croce. Io in questa immagine vedo le forme primarie dell’architettura e quindi anche lo spazio della memoria , un confine- limite tra dentro e fuori .
R.S.Il tuo lavoro è caratterizzato da interventi minimali che contrastano con forme appartenenti ad elementi più naturali, come montagne e fiori, come se fossero presenti due filoni distinti. Da cosa nasce questa dicotomia?
A.G.Questo nasce dalla ricerca e conoscenza del luogo in cui opero. Fare un’installazione significa inserirsi in un luogo esistente e cambiarne, modificarne la visione attraverso anche minimi interventi.
Per questo, uso forme ed elementi sempre minimali, ma che possono cambiare a seconda di come voglio che l’installazione modifichi la visione e il suo più profondo significato o ne intensifichi l’aura intrinseca.
R.S. Quali sono, a tuo parere, i punti di forza e di debolezza dell’arte contemporanea in Italia oggi?
A.G. Punto di forza la grande libertà di espressione e di materiali. Debolezza: che comanda troppo il mercato e non si possono vedere nei musei autori di grande qualità sopratutto italiani molto spesso dimenticati.
R.S. Raccontaci della tua esperienza all’estero. Come l’hai vissuta? Quali sono le maggiori differenze che hai riscontrato rispetto a quando fai mostre in Italia?
A.G.Per prima cosa un grande rispetto per il lavoro che guardano con attenzione, cercano di capire e discuterne con l’artista senza preconcetti. Non seguono le mode ma hanno un autonomia di pensiero che non si trova facilmente in Italia.
INFO: Culturalia di Norma Waltmann; Agenzia di comunicazione; Bologna – Vicolo Bolognesi 11; tel : +39-051-6569105; fax: +39-051-2914955; mob: +39-392-2527126; email: info@culturaliart.com; web: www.culturaliart.com