A metà strada tra Londra e Sarajevo, approda Lala Meredith-Vula alla Galleria Alberto Peola a Torino, portando una selezione di fotografie in bianco e nero in formato gigante. La monotonia dei soggetti, che ritraggono diversi pagliai, ci viene presentata all’interno di queste mura come un discorso che esula da indicazioni spaziali e temporali (a meno che non si vada appositamente a leggere le descrizioni delle opere) per fare immergere il visitatore in una realtà lontana e rurale, astraendolo dalla freneticità di una città industriale come la vecchia capitale Sabauda.
Haystacks (1989-ongoing) raccoglie alcune tappe di un ciclo che, come il titolo suggerisce, Meredith-Vula ha cominciato alla fine degli anni Ottanta e ancora non è giunto al termine. Naturalizzata inglese, la fotografa torna in età matura nella sua città d’origine, per ricongiungersi col padre, e, in queste terre sconosciute, ritrova una vocazione e un sentimento di appartenenza che sono stati in grado di attirare l’obiettivo della sua macchina fotografica. In analogico o in digitale, la mostra propone una selezione di lavori stampati su grande formato, dove si scorge la ridondanza e l’ossessione che i pagliai hanno suscitato nell’artista. Questi strani soggetti, se osservati attentamente, hanno una capacità espressiva che va ricondotta alla scultura, poiché è possibile scorgere delle figure, come se il medium fotografico abbia scolpito, nel momento dello scatto, la superficie irregolare dell’ammasso di paglia. Per poterle apprezzare appieno, però, è necessario avvicinarsi al ragionamento fatto da Meredith-Vula e leggere le descrizioni, che riportano luogo e data dell’istante immortalato: oltre ad essere semplici elementi agricoli, i pagliai, nella sua visione, appartenenti ad una determinata famiglia di alcuni stati dell’ex Jugoslavia (Kosovo, Albania …), ne racchiudono idealmente lo spirito, diventando quasi il suo simbolo di riconoscimento; ma al contempo indagano un mondo ancora rurale, quasi primitivo, appartenente ad una dimensione parallela, in grado di raccontare storie che vanno al di là dell’immaginario comune, in cui l’interesse per questi paesi è legato ai conflitti etnici e alle problematiche politiche. Attraverso queste foto, invece, questo stereotipo crolla, di fronte ad una quiete della natura e del lavoro agricolo, permettendo all’artista stessa di venire in contatto con le proprie origini alla luce delle tradizioni e della cultura, che segnano ancora fortemente questi luoghi. I pagliai, dunque, ci vengono proposti nella loro innocenza più pura, come spettatori della storia e delle storie personali, e permangono nell’uso comune della quotidianità di popoli che, nonostante tutto, stanno ancora in piedi.
Lala Meredith-Vula | Select Haystacks (1989-ongoing)
Fino al 23 febbraio 2019
Galleria Alberto Peola
Via della Rocca, 29 – 10123 Torino