Tornano le mostre realizzate dal curatore Sabino Maria Frassà negli spazi dello show-room Gaggenau Hub in Corso Magenta a Milano. Il 2019 inaugura con l’artista Alberto di Fabio, di cui il curatore ha selezionato una serie di opere, dove l’oro è protagonista. Noto per i suoi interessi verso la matematica e la fisica come lo spazio curvo teorizzato nella relatività di Einstein, ma anche per le teorie filosofiche di Democrito, Anassimandro – per citarne alcuni – i suoi studi spaziano dall’arte alla scienza senza difficoltà, associando ad esse la spiritualità dei testi sacri.
Nato in Abruzzo, da bambino ammira le montagne circostanti riflettendo sull’elevazione del corpo, una meditazione che lo porta a tentare la descrizione dell’invisibile, dell’elevazione dell’anima, fino a dipingere la Trascendenza. «Siamo corpi di luce composti da diversi strati che compenetrano e ruotano attorno al corpo fisico», dichiara l’artista. Nelle sue tele il colore, steso con minuzia e precisione, dà vita ad immagini ambigue; difficile definirle astratte, in quanto associabili alle reti neurali e alle connessioni molecolari, visibili al microscopio. Difatti il suo interesse è verso ciò che non vediamo ma che esiste, vuole andare oltre il 4% dell’universo che si rivela davanti ai nostri occhi.
Le ‘galassie’ proposte da Alberto di Fabio ci portano a ragionare su tutte le probabili relazioni invisibili esistenti, generate dal nostro magnetismo che, insieme alla gravità, è la forza trainante dell’universo.
Ogni essere è in grado di emanare quei “corpi di luce”, ovvero la definizione dell’anima cristiana che viene qui dipinta attraverso l’utilizzo dell’oro, colore-luce per eccellenza, veicolo per arrivare all’illuminazione, alla visione di Dio. L’oro è citato nel testo dell’Apocalisse come metafora di luminosità ed è qui associato alla forma circolare, ancora associabile al moto eterno dello spirito.
Negli spazi di Gaggenau le tele e gli eleganti mosaici di Alberto di Fabio dialogano con gli elementi di design circostanti, sobri e minimali, contribuiscono a conferire un’atmosfera immobile, estatica. Il visitatore viene assorbito appieno da tali forme organiche, capaci di generare sensazioni e visioni diverse e contrastanti ma introspettive. La contemplazione delle immagini richiama l’universo, ovvero lo spazio intergalattico, ma anche il mondo onirico dove le connessioni fluttuano e si animano assumendo forme e significati diversi.
Gli strumenti forniti da Alberto di Fabio lasciano all’osservatore il compito dell’interpretazione personale, un viaggio introspettivo alla ricerca del «enigma mai svelato», come lo definisce l’artista.