Un festival lungo due mesi che, per la dodicesima edizione, alimenta i propri percorsi lungo l’asse della via Emilia, articolandosi per le sedi museali istituzionali, spazi di prestigio e luoghi insoliti, pronti ad accogliere le numerose mostre di quest’anno, intorno al concept proposto dai curatori Elio Grazioli, Walter Guadagnini, Diane Dufour.
Mappe del tempo sta a significare il potere dell’immagine di essere memoria e insieme rappresentazione del futuro. In quest’ottica, l’archivio è inteso come luogo aperto, contenitore di storie, spesso censurate o dimenticate, che riemergono per offrire al presente possibilità di letture inedite e nuove direzioni verso cui orientare il futuro.
Il tema offre una rilettura del passato che, immediatamente, torna ad essere argomento dotato della caratteristica di originalità. Accade così che, visitando la sede dei Chiostri di San Pietro, si assista ad un excursus tra passato, presente e futuro dove la fotografia appare il mezzo più adatto a far comprendere le evoluzioni di un’area geografica, è il caso di Breve storia della fotografia sudafricana o a mostrare una selezione degli oltre vent’anni di ricerca, operata da artisti internazionali e riportata in Up to know. Fabrica Photography, fino alla folgorazione di fronte al progetto Les Nouveaux Encyclopédistes, curata da Joan Fontcuberta, che rappresenta un abile tentativo di classificazione delle immagini contemporanee, attraverso le interpretazioni dei fotografi invitati a raccogliere la sfida del visionario autore.
Il tema di questa edizione di Fotografia Europea è magistralmente rappresentato da uno dei reportage più significativi della nostra storia recente, che ha avuto risonanza internazionale, grazie al connubio realizzato tra fotografia e letteratura.
Paul Strand e Cesare Zavattini. Un Paese. La storia e l’eredità, curata da Laura Gasparini e Alberto Ferraboschi ed esposta a Palazzo Magnani, riporta all’attenzione del pubblico, la genesi e l’evoluzione di un lavoro realizzato tra il 1952 e il 1955, tra la gente di Luzzara, il piccolo paese sulle sponde del fiume Po, di cui è originario Zavattini.
Immagini senza tempo, testimoni di quella straight photography, di cui Strand fu tra i massimi esponenti, che anni prima Alfred Stieglitz descrisse come «opere di una sincerità brutale, dirette, prive di qualsiasi inganno».
Il percorso di mostra si articola attraverso le fotografie e i carteggi intercorsi tra i due autori e la casa editrice Einaudi, durante la gestazione di quello che possiamo definire come uo dei primi esempi di foto libro, pubblicato nel 1955 e destinato a divenire esso stesso opera che consente di arrivare alle radici del nostro paese.
L’esposizione prosegue con il ritorno a Luzzara di Zavattini questa volta accompagnato dallo sguardo di Gianni Berengo Gardin, dopo alcuni anni dalla morte di Paul Strand, che ridaranno vita a quei soggetti già immortalati, raccogliendo e restituendoci un’eredità così viva, successivamente al centro della ricerca di Luigi Ghirri, Stephen Shore, Olivo Barbieri e Claudio Parmiggiani.
La particolarità di questo Festival sta nel condurre lo spettatore in un viaggio che non ha traiettorie definite. Capita così che, passeggiando per le vie di ReggioEmilia, ci si muova tra sedi istituzionali e gallerie del Circuito OFF che offrono visioni inaspettate. È il caso dello Spazio Fotografia San Zenone che, in collaborazione con Contrasto Galleria Milano, presenta Violet Isle, con opere di Alex Webb e Rebecca Norris Webb, fotografi di fama internazionale, compagni di avventura non solo nella fotografia, ma anche nella vita. Un dialogo appassionato sull’intensità della vita cubana, ripresa indiscutibilmente a colori, durante i ripetuti viaggi intrapresi tra il 1993 e il 2008 dagli autori, che rappresentano, ciascuno con il proprio personalissimo stile, un diario visivo vivace e coinvolgente sull’isola.
Dai luoghi ripresi in fotografia, agli spazi fisici che sorprendono per inaspettata vitalità, come Ateliers Viaduegobbitre. Un palazzo che è opera in sè, dal cui cortile è possibile assistere all’operosità degli artisti residenti e al sali e scendi dei curiosi visitatori che lo animano, non solo durante il Festival.
La particolarità di Fotografia Europea risiede nella capacità unica di creare un’atmosfera tangibile intorno al mondo della cultura visiva, che si respira dentro la città, il cui cuore pulsante è senza dubbio via Roma. Una manifestazione dentro il Festival che, per l’edizione in corso, presenta Aiuto foto cancellate per sbaglio, declinando il tema centrale in una dimensione più legata al quotidiano, all’immediatezza e alla spontaneità, in cui il filo conduttore delle iniziative, diventa il comune rischio di perdita del proprio archivio fotografico.
La ricca offerta di via Roma, si snoda attraverso 40 sedi espositive e le produzioni di 60 autori, tra cui si segnalano: Christian Reister, vincitore del concorso Frames of Berlin, gli artisti invitati in residenza Ilaria Crosta e Niccolò Hebel, Maria Silvano con il progetto Una Foresta, Alessandro Ruzzier, Veronica Barbato e ancora Studio Pace10 con l’interessante Album, Ricordi in conserva.
Da pretesto per un’interpretazione ironica ed irriverente di situazioni quotidiane, l’archivio può divenire luogo fisico e mentale di riflessione profonda sul senso di ciò che vediamo. È questo l’atteggiamento mantenuto dal fotografo Bruno Cattani, certamente più introspettivo e meditativo, che nella mostra Mondi Interiori, promossa da VisionQuesT Contemporary Photography e curata da Sandro Parmiggiani, ripercorre gli oltre dieci anni della sua ricerca. Partendo dagli scorci della sua città, fino ad altri momenti di vita e di memoria, tutti gli scatti esposti risultano caratterizzati da una prospettiva precisa, a tratti malinconica, a volte irreale, che rimane sempre in grado di suscitare stupore nello spettatore, perchè svela e fa riaffiorare sfondi di verità spesso nascosti o non riconosciuti. La mostra, esposta presso la sede della Banca Albertini Syz, rimarrà allestita fino al 30 giugno.
Fotografia Europea anche quest’anno riesce a sorprendere e ad innovarsi, partendo dalle radici della disciplina, fino ad indagare le visioni e i percorsi del contemporaneo, dando spazio ai giovani autori, come dimostra la quinta edizione di Giovane Fotografia Italiana, l’iniziativa rivolta agli under 35, quest’anno intitolata Loop, a cura di Daniele De Luigi. Tra i progetti esposti: Exeresi di Paolo Ciregia e Os Argonautas di Marco Maria Zanin.
Tra i giovani autori che quest’anno si sono distinti per la loro produzione, ricordiamo Valentina Vannicola, vincitrice delle Letture Portfolio che si sono svolte nel denso week end di apertura.
Le attività del Festival continueranno per l’intera durata della manifestazione. Segnaliamo il prossimo appuntamento, previsto sabato 27 maggio, presso la Biblioteca Panizzi, con La giornata degli Archivi, storie e immagini per comprendere il presente e immaginare il futuro.
Ecco cosa rappresenta questo Festival: mondi dentro un universo di interpretazioni, in un percorso mai didascalico, che offre la possibilità reale di un lungo viaggio nel mondo della fotografia e delle arti visive.
Per il programma dettagliato della manifestazione: http://www.fotografiaeuropea.it/
Benedetta Donato
FOTOGRAFIA EUROPEA
Mappe del Tempo. Memoria, archivi, futuro
Dal 5 maggio al 9 luglio 2017
Piazza Casotti 1/C
42121 Reggio Emilia
tel.+39 0522 444412
info@fotografiaeuropea.it