Il Comune di San Cesario di Lecce promuove una interessante retrospettiva su Ezechiele Leandro, artista eclettico e visionario, protagonista attivo dell’evoluzione socio-culturale della terra salentina sino al 1981, anno della sua morte. Ad occuparsi del complesso progetto espositivo – un progetto in progress che, dopo questa mostra, prevede nuovi incontri ed ulteriori riflessioni sul fare dell’artista – sono Lorenzo Madaro e Luigi Negro, che con sguardo attento, critico ed antropologico, cercano di restituire l’attività pittorica e plastica di Leando, ma soprattutto la frenesia della sua vita, attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini del comune di San Cesario, entrando così nel vivo del suo operare artistico ed esistenziale.
L’esposizione si avvale di numerosi dipinti, disegni, sculture, appunti, manoscritti e fotografie, molte delle quali sono prese in prestito dagli abitanti del luogo – racconta Madaro -, poiché abbiamo cercato di compiere un’operazione relazionale, di avvicinamento progressivo dell’artista al pubblico. Proprio per questo, in chiave ironica, ma veritiera, abbiamo definito la mostra “sentimentale”, perché guarda alla vita reale vissuta da Leando, attraverso lo sguardo dei cittadini che hanno voluto contribuire al progetto. Anche l’allestimento mira a ricostruire la personalità di Leando, il “senso di accumulo” che lo caratterizzava e soprattutto quel Museo personale che aveva predisposto ed avviato, ma che ora è andata perduto.
Ovviamente vi è un taglio critico ben definito: da un lato si tenta di mostrare al pubblico una sorta di “inventario” della produzione dell’artista – seguirà un lavoro intenso per realizzare un catalogo ragionato delle opere di Leando -, dall’altro di soffermarsi sulla memoria, sull’identità storica. E se alcuni collezionisti hanno sostenuto il progetto espostivo – tra cui Maurizio Aiuto ed Enzo Scaramuzza -, il consenso dell’Amministrazione Pubblica è stato fondamentale per attuare un lavoro di scavo volto alla tutela del Santuario della Pazienza, un open space – afferma ancora Lorenzo Madaro – in cui Leando aveva inserito i suoi lavori di piccolo formato, “ricostruito” anche grazie ad una sezione documentaria di ventricinque fotografie, presente in mostra, che ha permesso di dare dignità alta agli oggetti e alle opere dell’artista.
Da sempre outsider nel contesto artistico pugliese, Leandro ha destato l’attenzione e la curiosità – grazie al pronto intervento dei due giovani curatori – dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e dell’Osservatorio di Outsider art dell’Università di Palermo, che attraverso il lavoro della sua direttrice Eva Di Stefano ed il contributo sul campo di Rachele Fiorelli realizzerà un’analisi più ampia legata anche al tema degli environments.
L’esposizione offre, dunque, non un percorso canonico e rigidamente museale, ma la possibilità di relazionarsi ad un vero e proprio “ambiente identitario ” – all’interno di Palazzo Ducale di San Cesario – colmo di opere, oggetti, ricordi: uno spazio vivo e attivo, che apre la porta ad uno studio più articolato sulla rivalutazione critica della poetica di Ezechiele Leando, a cura di Madaro e Negro.