Non è eccessivo dichiarare che tutta l’arte sia a suo modo sempre e comunque una riflessione sulla memoria. Nella sua più antica origine, nei suoi aspetti più monumentali, l’arte si è affermata come l’unico antidoto per fermare lo scorrere nel tempo, per assicurare ai posteri immagini di una realtà ferma e immutabile nei secoli. Millenni di storia dell’arte sono stati il campo di innumerevoli rivoluzioni, ma l’arte continua ancora oggi a strappare al tempo frammenti di concretezza, a dar corpo alla fugacità e a consolidare sensazioni volatili che sarebbero altrimenti votate all’oblio.
A tal proposito la pittura dell’artista statunitense Alex Roulette, classe 1986, ci offre numerosi spunti di riflessione. “Roulette” in francese significa letteralmente “piccola ruota”, nel nostro immaginario è una parola che ci rimanda a un mondo di gioco, di brivido e di romanzo. Tutta pittura dell’autore newyorkese gioca con l’idea della memoria, con la memoria più embrionale, più autentica, più pura, quella delle radici, quella che va a fondersi con il nostro inconscio. Non a caso, una delle ultime mostre dell’artista si intitola propria “Memory Moving Sideways“.
L’iperrealismo gioca molto sul nostro rapporto con la verità e con la concretezza dell’esistente. La nostra stessa concezione di verità e di realtà però non può non legarsi al tema del ricordo. L’iperrealismo di Alex Roulette cattura in modo fotografico tanti scenari di vita apparentemente quotidiani. Si avverte tuttavia al primo colpo d’occhio che questa quotidianità viene mediata dal filtro dell’inconscio, la realtà sensibile è deformata da un filtro onirico che ne modifica la percezione. La memoria gioca con la nostra mente, riportando a galla immagini di un passato sospese tra il reale e il sogno, tra l’impressione e l’immaginazione. L’immaginazione ricostruisce immagini di vita quotidiana, mettendoci davanti panorami familiari e perturbanti allo stesso tempo, scenari semplici e anche banali, che si ammantano però di nostalgia e restano sospesi in una dimensione nebulosa e indecifrabile.
Nei dipinti di Roulette vediamo la vita suburbana statunitense, automobili, case e persone. È il mondo che si osserva dai treni, uscendo da un supermercato, stazionando in un parcheggio, facendo una gita al mare o fermandosi ad osservare l’acqua dal bordo di una piscina. Una realtà familiare: in alcuni casi ci si imbatte persino immagini che sembrano rubate ad un profilo Instagram. L’autore dipinge molte scene di vita adolescenziale, fermando su tela frammenti di quella che per antonomasia è l’età del ricordo, della nostalgia e della mutevolezza. La giovinezza è il tempo della scoperta, della curiosità, della crescita, del desiderio. I ricordi di quella fase della vita sono generalmente tracce di una quotidianità semplice ed immediata, che però segnano l’individuo e che negli anni vengono rielaborati in modo molto potente.
Basta soffermarsi pochi attimi ad osservare le tele di Alex Roulette per notare che, se parte della scena dipinta risulta quanto mai vivida, altri dettagli sono mancanti, parte della scena resta vuota, evanescente, svanita, esattamente come accade nei ricordi. Nell’inconscio qualcosa rimane impresso e vivo, altro scompare, o viene deformato. Da un lato ne deriva la piacevolezza di immagini familiari e nostalgiche, dall’altro l’evanescenza inquieta. Chi guarda la tela facilmente riconosce qualcosa della sua vita nella scena ritratta, nei soggetti al centro della tela e nei loro movimenti. Tuttavia, quello che è stato rappresentato non è sempre chiaro, non ci si può appropriare dell’immagine, perché quell’immagine scivola via o ci sorprende con qualche elemento perturbante, generando in noi un’inquietudine che tutti conoscono, quella dell’inaffidabilità della memoria.
Più passa il tempo e più gli eventi nella nostra mente perdono di definizione e si distorcono. La pittura di Alex Roulette mostra come la memoria influisca sulla nostra percezione della realtа. Oggetti e figure si spostano, l’oblio minaccia ogni pretesa di oggettività sul quotidiano. L’artista spiega che gli incontri che facciamo nella nostra vita di tutti i giorni evocano ricordi del nostro passato senza compiere però alcuno sforzo cosciente. È da questa massa di ricordi che lui attinge a piene mani. L’ignoto e l’invisibile creano una tensione, il mistero diventa tangibile in un’immagine che nell’immediato ci sarebbe sembrata una fotografia, ma che si rileva subito mancante, che crea ci crea disagio con le sue distorsioni. L’ordinario viene posto sotto nuova luce, ma la stranezza è nella vita di tutti giorni, quella stranezza è intrinseca nella nostra memoria. Alex Roulette ci mostra come nella nostra mente il reale possa solo lasciare una traccia, perché tutto verrà rimaneggiato e in questo processo di ricostruzione la nostra componente onirica diventerà preponderante.