Alle corrispondenze tra Paolo Dell’Elce e Lúcio Rosato è dedicato questo nuovo appuntamento di usomagazzino per altre architetture: la luce e i giorni “… e attraversare il tempo, nell’incontro quotidiano con le cose e con gli uomini, con il paesaggio e il segno, nell’aggravarsi del vissuto: immagine sospesa … sui tavoli bianchi, poggiate, le armonie di una sera”.Da venerdì 19 luglio, ore 19.00, fino al 3 agosto Paolo Dell’Elce e Lúcio Rosato sintetizzano il proprio lavoro provando a raccontare le ragioni di un dialogo che ha determinato la necessità dell’incontro di due progetti che, per quanto in ambiti disciplinari per convenzione diversi, parlano all’unisono di sottrazione, di cancellazione, di alleggerimento, di rinuncia: alla tecnologia applicata alla forma, all’identità asservita alla critica, preoccupandosi semplicemente di provare ad accostarsi alla sintesi necessaria per la comprensione delle cose e degli uomini, dello spazio e del tempo.
Paolo Dell’Elce ha trovato ragione di tornare ad esporre a Pescara (dopo anni di volontaria assenza) e accettare l’invito a presentare il suo nuovo lavoro: Ipovisioni, che segna anche il ritorno al colore, dall’autore sempre trascurato, quel “colore pittorico, materico, che nella fotografia è quasi un paradosso”, ricercato nell’abbandono di ogni ricerca progettuale che lo spinto ad abbandonare perfino la macchina fotografica e sostituirla con un piccolo iPod. Si fermano immagini, come visioni dell’anima, che lasciano affiorare la materia, altrimenti indicibile, che costruisce il pensiero.
Insieme alle ipovisioni sono esposte 4 rare e significative fotografie appartenenti al ciclo motivi di paesaggio, che ha portato Mario Giacomelli a scrivere: “c’è il senso di una pienezza ed intensità nella formazione delle immagini di Paolo Dell’Elce, c’è un bisogno apprensivo di significati dove ha voce il silenzio che continua anche dopo l’ultimo segno, dopo l’ultima luce, l’ultimo albero grigio”. Si tratta di uno dei primi lavori di Dell’Elce, eseguito tra il 1980 e il 1987, e impresso ai sali d’argento in unica copia.