La densità del vuoto, mostra a cura di Giancarlo Bassotti in collaborazione con la Galleria d’Arte Gino Monti di Ancona, propone un breve ma intenso retroscena di quelli che sono stati gli anni ’70 dell’arte, tempo in cui le contaminazioni minimaliste fungevano da comune denominatore sia all’Arte Concettuale statunitense sia all’Arte Povera italiana. Tuttavia, questi due fronti delle Neo-Avanguardie apparentemente somiglianti, sfruttano medium artistici differenti, da dichiarazioni calligrafiche a elementi organici quasi viventi.
Il contributo offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, ha permesso di valorizzare e promuovere il territorio marchigiano, allestendo l’interno di Palazzo Bisaccioni con rari frammenti d’arte provenienti da collezioni private: una tra le primissime sequenze in numeri e lettere di Jannis Kounellis del 1960; uno splendido Joseph Kosuth del 1978 all’apogeo del suo concettualismo oltre la filosofia e oltre l’arte stessa in chiave unicamente testuale; corpi ridotti al loro massimo grado di purezza e linearità degli anni ’90 tipici della dottrina riduzionista di Son Le Witt; un Pier Paolo Calzorari dei primi anni ’70, dove manifesta il proprio interesse per la proprietà normalizzante del bianco; l’invito di partecipazione ad una personale del 1977 di Joseph Beuys su lavagna; le superfici specchianti a prova di tempo e spazio di Michelangelo Pistoletto. Infine, sollecitare i sensi per mezzo dell’immagine creando associazioni è possibile con le opere degli anni ’70 e ’80 di Giulio Paolini, ed altri ancora a seguire. La mostra La densità del vuoto è, sfruttando una breve citazione di Guillarme Apollinaire :
‘Una struttura architettonica indipendente dalla natura’.
La mostra è accompagnata da catalogo con testo critico di Gabriele Perretta.
La Densità del Vuoto. Gli anni ’70 dell’arte
Jesi – Palazzo Bisaccioni
fino al 24 settembre 2017