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La crociata dei bambini. Artisti per il disarmo. A colloquio con Roberto Gramiccia

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Vediamo se ho capito; gli artisti della tua mostra sono come i bambini della crociata di Capossela (e di Brecht) di fronte alla guerra: la rifuggono in modo naturale.

L’arte è naturaliter contro la guerra, anche quando la racconta e la descrive. Vedere gli artisti come bambini mi diverte e mi convince. Del resto non era forse Picasso che diceva che ci aveva messo una vita a imparare a dipingere come un bambino? L’innocenza dei bambini è sinonimo di purezza morale e di potenza creativa. Lo diceva Jung, lo insegna l’esperienza. Anche la mia, che sono diventato nonno da poco.

In altri tempi, rispetto a conflitti disastrosi come gli attuali si assisteva a reazioni molto più vive e meno politicamente corrette. Oggi pare quasi che la guerra – e parlo di ogni guerra: dalla guerra dei sessi a quella agli immigrati – sia una serie di Netflix o di Amazon Prime. Anche gli artisti, come i bambini della crociata, hanno smarrito la strada?

Non vi è dubbio che la cosiddetta “arte di impegno” abbia conosciuto una battuta d’arresto, anzi, per dirla meglio, sia diventata una specie di araba fenice. Con questa mostra vorremmo dare un piccolo contributo a segnare un’inversione di tendenza. Del resto non si può rimanere indifferenti di fronte allo “scandalo” della guerra, in Ucraina, in Palestina, nel mondo.

Gli artisti che si impegnano pubblicamente, come Roger Waters, vengono messi alla porta. E lo stesso accade a critici e curatori. Che cosa pensi di questa situazione?

Il mercato e un certo sistema dell’arte sono diventati i decisori incontrastati in un ambiente che è sempre di più votato al business e disinteressato alla qualità e ai temi etico-politici. Si tratta di un aspetto particolare della crisi generale che viviamo, che non ci risparmia nulla, oggi nemmeno guerre sanguinose in territorio europeo, una inquietante novità che disegna scenari potenzialmente apocalittici.

Come hai scelto gli autori da invitare alla tua mostra? Che reazioni hai riscontrato?

Li ho scelto fra i più capaci che conosco e fra quelli che rivendicano una sensibilità sul tema del disarmo e della pace. Desidero far notare che la mostra è stata fatta propria dall’ANPI nazionale e questo ha conferito ad essa un “di più” di autorevolezza e solennità. È stato oltremodo prezioso il patrocinio e il sostegno del Settimo Municipio di Roma, che ci ha messo a disposizione gli spazi strategici del teatro e della sala consiliare. 

Le opere esposte sono state realizzate per l’occasione o esistevano già?

Le opere sono state realizzate appositamente in molti casi, in altri sono state scelte fra quelle che meglio interpretano i temi che la mostra fa suoi.  

Sei soddisfatto del risultato ottenuto? Pensi che la mostra si possa allargare o riprodurre in altre sedi?

Per scaramanzia aspetto ad esprimere il mio stato d’animo definitivo. Siamo pienamente in corso d’opera. Posso anticiparti, però, che la qualità delle opere che saranno esposte è altissima. È con grande piacere che ti dico, inoltre, che ci è stato richiesto di trasferire la mostra in due altre grandi e importanti città italiane. Vedremo: se son rose fioriranno.

A cosa ti stai dedicando a cosa ti dedicherai?

Al momento sono totalmente assorbito dall’organizzazione e dalla promozione di questo evento. Nel futuro prossimo, se tutto andrà per il verso giusto, c’è un’altra grande mostra e un nuovo libro. Ti ringrazio.

La Crociata dei Bambini. Artisti per il disarmo a cura di Roberto Gramiccia Villa Lazzaroni, via Appia Nuova 522, Roma

Ennio Alfani, Andrea Aquilanti, Gianfranco Basso, Valeria Cademartori, Ennio Calabria, Caterina Ciuffetelli, Angelo Colagrossi, Gianni Dessì, Paolo Di Nozzi, Stefano Di Stasio, Davide Dormino, Mariano Filippetta, Alessandra Giovannoni, Pierluigi Isola, Ernesto Lamagna, Felice Levini, H.H. Lim, Adele Lotito, Federica Luzzi, Mauro Magni, Giuseppe Modica, Luca Padroni, Roberto Pietrosanti, Salvatore Pulvirenti, Nicola Rotiroti, Pietro Ruffo, Massimo Ruiu, Giuseppe Salvatori, Stefano Salvi, Sandro Sanna, Maurizio Savini, Vincenzo Scolamiero, Normanno Soscia, Silvia Stucky, Alberto Timossi.

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Roberto Sala

Art director della rivista Segno insegna Grafica editoriale all'Accademia di Belle Arti di Brera