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La carta: spazio, forma, opera

Ristabilire il rapporto dell’artista con lo spazio primario della creazione e della progettazione dell’opera d’arte: il critico e curatore Lorenzo Madaro individua nel foglio di carta il luogo, aperto e finito allo stesso tempo, nel quale l’opera conquista la sua prima e autonoma compiutezza, eludendo la consuetudine di definire la “carta” un non luogo, la base degradabile di disegni preparatori e di idee interrotte. Spazi Igroscopici non ancora inaugurata, già dal titolo e dal dibattito che sta generando chiede una verifica sul valore artistico, progettuale e spaziale delle opere su carta in mostra dal 16 novembre alla galleria Bianconi di Milano. E’ bene arrivare preparati a questo appuntamento.
La mostra è tenuta insieme da un progetto molto chiaro, semplice quanto forte, distribuito su due fronti. Da una parte indagare il medium carta e derivati, dall’altra analizzare lavori e artisti connessi in particolar modo a ricerche sullo spazio nelle sue differenti declinazioni.
L’elaborazione delle due letture e dei due piani di ricerca però, non corre qui su binari diversi: il vero merito dell’impianto di questa mostra curata da Lorenzo Madaro è nel compimento di una osmosi naturale, una coincidenza e corrispondenza tra la carta intesa come superficie programmatica, spazio della mente, presupposto progettuale con l’opera compiuta e lo spazio definito e generato dall’opera.
Osmosi o come come meglio sintetizza il titolo igroscopia, ovvero la capacità di assorbire molecole d’acqua presenti nell’ambiente. Ecco che compare un terzo elemento: l’ambiente, lo spazio.
Spazi Igroscopici è la chiave che il curatore suggerisce per interpretare la capacità della carta di assorbire e restituire un nuovo spazio del pensiero e un nuovo luogo di azione, dotato di totale autonomia rispetto all’opera finita, ma allo stesso tempo opera compiuta essa stessa.
Francesco Arena, Umberto Bignardi, Pietro Consagra, Daniele D’Acquisto, Sol Lewitt, Ugo La Pietra, Fausto Melotti, Hidetoshi Nagasawa, David Reimondo, Aldo Spinelli, Natalino Tondo, David Tremlett, sono tutti artisti interpreti di uno spazio in divenire, uno spazio da costruire, da indagare; spazio frammentato, da decostruire e da ricostruire nuovamente. Conoscere la struttura della carta e la sua capacità igroscopica è al pari del riconoscere una geometria dello spazio e su questo intervenire. Ecco lo spazio igroscopico: la fusione e l’assorbimento di fasi, tempi e spazi raccolti in un unicum che si manifesta nell’opera finita all’interno della superficie della carta. Elemento che i dodici artisti utilizzano e interpretano con modalità e linguaggi personali, come spazio di meditazione, materiale da manipolare, ente profondo nel quale misurare l’ordine e il disordine, campo tensionale che vira verso una spazialità plastica da declinare nella terza dimensione.
L’attento lavoro curatoriale di Lorenzo Madaro, sicuramente non alle prime prove su queste tematiche, ci invita a una riflessione su un interrogativo preciso: si può ancora parlare di carta come semplice supporto artistico? Questa mostra fornisce tutti gli strumenti analitici per ragionare sulla carta come mezzo espressivo dotato di completa autonomia e sulle sue potenzialità.

Titolo mostra: Spazi igroscopici
Curatela: Lorenzo Madaro
Artisti: Francesco Arena, Pietro Consagra, Daniele D’Acquisto, Sol Lewitt, Ugo La Pietra, Fausto Melotti, Hidetoshi Nagasawa, David Reimondo, Aldo Spinelli, Natalino Tondo, David Tremlett.

GALLERIA BIANCONI
via Lecco 20, Milano.
Opening: 16 novembre, ore 18.00
Orari d’apertura: fino al 22 dicembre, h. 10:30–13:00, 14:30–19:00 e su appuntamento.
Info: www.galleriabianconi.com – +39 02.22.22.83.36.

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