È caldo l’autunno artistico tedesco, cominciato lo scorso settembre con la 5° edizione della Berlin Art Week, dove due dei principali eventi fieristici: abc art berlin contemporary e Positions Berlin non hanno smentito il ruolo di Berlino quale capitale dell’arte emergente. Entrambe fresche e frizzanti, è tuttavia abc art berlin ad aver proposto il format più innovativo che, nato da un’intuizione di un gruppo di giovani gallerie, ha puntato sull’esposizione di un solo artista, animando la Station Berlin, anche con inediti e curiosi interventi estemporanei. Contestualmente la Berliner Liste ha, invece, mantenuto la sua attenzione per l’arte grafica, l’illustrazione e l’Urban Art, senza, tuttavia, essere manchevole per quel che attiene pittura e scultura.
Chiusa, invece, da poche ore è la 14° edizione di ART FAIR – KOLN, quest’anno posticipata di un mese rispetto al consueto appuntamento di settembre. Da quasi tre lustri, ART FAIR propone la combinazione fra figure di artisti affermati e consolidati sul mercato ed emergenti con opere economicamente più accessibili, ma mai inferiori ad un certo standard. Un format convincente e alternativo a quello della storica Art Cologne – la fiera più longeva del mondo e che giusto quest’anno ha compiuto 50 anni – dove i giovani che si possono scoprire, infatti, riflettono sia la qualità della selezione di gallerie, tutte orientate alla crescita artistica ed economica di ciò che propongono, anche per la prima volta, sia l’impegno verso la formazione di nuove generazioni di collezionisti.
A farla da padrone sono soprattutto le gallerie tedesche, fra le quali la più interessante è la Galerie Voss di Dusseldorf con uno straordinario ritratto a pastello su carta delle dimensioni di 250×276 cm dell’artista Till Freiwald, seguite da una buona rappresentanza di Belgio e Olanda. Corea e Taiwan sono, tuttavia, particolarmente presenti, mentre l’Europa mediterranea, Francia e Spagna, è piuttosto sbiadita in quest’ambiente. Rilevante, invece, è l’approdo di gallerie italiane e svizzere (Lugano) a questa fiera, il cui lavoro si muove sul doppio binario masters e young artists, analogamente al format di ART FAIR.
La Galleria FabulaFineArt di Ferrara ha presentato il solo show dell’artista Giorgio Cattani con le opere Città vuota del 1987, W Lenin, W Stalin, W Mao Tse-tung del 2016 e la recentissima serie di lavori Dalla Cronaca sulla Natura. Opere accompagnate dalla monografia Di là da dove per andare, curata da Andrea B. Del Guercio e edita da Skira, che raccoglie il lavoro del maestro italiano dal 1986 al 2016; volume presentato in anteprima proprio ad ART FAIR, quale omaggio al pubblico dell’arte tedesco, cui Cattani deve parte del suo riconoscimento in ambito internazionale testimoniato, fra le prime esposizioni, dalla partecipazione a Documenta 8 di Kassel nel 1988. Casa Turese di Vitulano (BN) di Tommaso De Maria, porta anch’essa figure consolidate sulla scena italiana, quali Gian Marco Montesano, Pino Deodato, Enzo Esposito, Stefano Di Stasio, tuttavia puntando principalmente sui giovani Maurizio Carriero, Sabrina Casadei, Annalisa Fulvi, Angelo Maisto e Michele Attianese. Il lavoro di quest’ultimo, in particolare, ha incontrato, sin dalle prime ore di apertura della fiera, un ottimo consenso fra giovani collezionisti, evidentemente colpiti dall’inedita rilettura della figurazione tradizionale proposta dall’artista campano. Equilibratamente dosato fra sperimentazione e autorevolezza è anche lo stand della Five Gallery di Lugano di Igor Rucci. Fra i giovani spiccano: Carlo Alberto Rastelli, Irene Dioli, Ofei Nkansah Abrahm, Riccardo Garolla, Ilaria Forlini, Vittorio Corsini, mentre fra i maestri incantano i lavori di Lore Bert, Antonio Ievolella, Pietro Coletta, Herbert Meheler. La galleria Heillandi, sempre di Lugano, e diretta da Giuseppe Violetta spinge, invece, sulla fotografia, proponendo artisti quali Agostini Giulia, Cosmo laera, Alexandre Manuel, Davide Monteleone, Guoman Liao, Andrea Tonegliotto, Ivo Saglietti e Piero Roi. La Galleria Punto sull’Arte di Varese propone le opere di Jernej Forbici, Federico Infante, Matteo Massagrande, Alex Pinna, Matteo Pugliese, Marika Vicari, Annalù e Claudia Giraudo. Tutti artisti dediti a una rielaborazione del figurativo, spesso tendente a una sorta di ritorno all’iperrealismo, con declinazioni di gusto surreal-pop, evidentemente un linguaggio che ancora attecchisce in terra alemanna. Infine, libertà d’emozioni e impetuosità nel colore, sono ciò che contraddistingue la proposta della Galleria Stefano Forni di Bologna, che porta a Colonia le opere di: Simona Fedele, Antonello Ghezzi, Matteo Lucca (scultura), Juan Eugenio Ochoa, Gianriccardo Piccoli e Jorge Pombo.
In tutta la fiera non manca nemmeno la spettacolarità e in questo a farla da padrone è la monumentale installazione Ironia della Sorte di Bernd Reiter del 2016, composta d’improbabili, quanto scomodi, “diciamo” materiali di scarto: un aereo russo MiG-21, una limousine d’epoca americana, all’interno della quale sono allocati monitor in movimento, una sorta di parafrasi ironica di un ipotetico memoriale ossessivo dedicato ai visitatori della fiera.
Da segnalare infine, BLOOOM, la mostra dedicata agli emergenti e dal 2010 integrata ad ART.FAIR, che ospita i finalisti del premio associato all’esposizione, e il nuovo talk 15 minuti di fama, che ha visto i galleristi incontrare collezionisti, curatori e visitatori, in un confidenziale a tu x tu, per la durata però, di un solo quarto d’ora. Tutto molto veloce ma evidentemente adeguato ai tempi.
Non convincono, invece, le proposte di street-art: il linguaggio risulta abusato, ripetitivo e stanco e neanche il solo dedicato a Banksy e intitolato King of Urban Art proposto dalla Galerie Kronsbein di Monaco riesce a scatenare particolari emozioni. Meglio quando la street-art è tale, quando è dismessa dai muri delle metropoli sembra perdere buona parte del suo fascino militante.