Gagosian Gallery propone – fino al 9 marzo– nella sua sede romana una mostra che pone a confronto dipinti di Joan Mitchell con sculture di John Chamberlain.Nati ad un solo un anno di distanza nel Midwest degli Stati Uniti, Mitchell e Chamberlain furono entrambi sensibili al gesto potente dell’Espressionismo astratto di Franz Kline e Willem De Kooning. Di questa corrente Mitchell è considerata esponente essenziale, nonchè una delle poche figure femminili. I suoi dipinti vivaci e incandescenti celebrano la bellezza del mondo naturale. Chamberlain è molto noto per le sue sculture di metallo create con carrozzerie di automobili e altri rottami metallici, il cui assemblaggio omette l’origine industriale dei materiali per rivelare un insieme formale ed elegante.
Mentre il lavoro di Mitchell è realizzato principalmente su tele di grandi dimensioni o pannelli multipli, sottolineando così il ritmo naturale che scaturisce dall’ampiezza del gesto e dall’utilizzo disinibito del colore, il punto nodale della ricerca di Chamberlain è stata invece la correlazione tra materia e colore, indagata o scoperta casualmente, senza un’idea concreta dell’esito finale. Per tale modus operandi, l’opera di Chamberlain è spesso definita come la pittura tridimensionale dell’Espressionismo astratto. Nel loro processo creativo, entrambi gli artisti prediligono l’eccesso e la spontaneità. Le pennellate energiche e dense che caratterizzano le opere di Mitchell Yves (1991), Untitled (1987–88) e Row Row (1982), si contrappongono armoniosamente alle sculture piegate ed accartocciate di Chamberlain ACEDIDDLEY (2008), GOOSECAKEWALK (2009), e STUFFEDWITHSURPRISE (2011), i cui contorni ampi e lucenti evocano un insieme di pennellate.