Il 30 giugno alle ore 18,30 al Museo-FRAC di Baronissi (SA) inaugura la mostra Italo Bressan e Marco Pellizzola. Una linea d’ombra nei margini della pittura. Curata da Valeria Tassinari l’esposizione propone, attraverso le esperienze di Italo Bressan e Marco Pellizzola, una riflessione sulla pratica della pittura oggi, riscoprendo il valore che l’ombra assume quale prima traccia immaginativa di un percorso, precisa Massimo Bignardi Direttore del FRAC: «avviato dalla relazione tra i segni e la superficie, l’ordito che nasce e dà vita all’immagine come proiezione di uno sguardo interiore che svela l’esistenza della sua presenza nel pensiero, nello spirito[…].» La mostra proporrà dipinti e installazioni (interventi pittorici realizzati site specific), nonché una scelta di disegni e di acquerelli. Il tema dell’ombra trova una immediata verifica nel vasto dizionario di immagini offerto dalla storia dell’arte, precisa Valeria Tassinari, ovvero «la vasta letteratura che le è stata dedicata, se ne può parlare diffusamente, passando dall’ambito teoretico a quello scientifico, dalla letteratura alla teologia, scegliendo tra un repertorio lessicale vastissimo; eppure, anche davanti a tante definizioni, difficilmente riusciremmo a sentire di averla davvero catturata, di averne colto l’essenza.» In tal senso l’esperienza di Italo Bressan, rileva Annamaria Restieri, dichiara una pratica della pittura, «in cui l’ombra non agisce solo per oscurare ma per intensificare la profondità dei piani, trasformare ogni apparenza e generare nuove visioni, in un reciproco e lento cercarsi, accostarsi con la luce e il colore. Mentre si impone lo stretto connubio fra ombra e anima, l’artista attende che dal buio flussi d’ombra si combinino alla luce originando accesi cromatismi che, al di là della tela, aspettavano già di essere evocati in superficie». Mentre per Marco Pellizzola la pittura si fa esperienza diretta dell’anima, perché, ricorda Federica Pace, essa «compie un viaggio all’interno dell’enigma dell’immagine ponendoci davanti una sorta d’impronta che è, al tempo stesso, segno dell’ esistere e dello scomparire, vale a dire concretezza dell’oscurità ed evanescenza. Riesce a far da tramite con il mondo corporeo e quello incorporeo. Se provassimo a tracciare una storia dell’ombra nella cultura occidentale, attraverso questo opere, ci accorgeremmo che dominano di gran lunga le valenze negative. Presso le culture arcaiche è proiezione temibile del corpo umano, nell’immaginario classico e cristiano è simulacro dei morti, per Marco Pellizzola tuttavia l’universo umbratile rappresenta un inizio, un non-dove nel quale ricercare l’origine della propria esperienza». Dopo l’allestimento nella galleria dei Frati del Museo-Frac di Baronissi, la mostra proseguirà per Siena, ove sarà ospitata nella Serra Storica e nell’Orto Botanico dell’Università di Siena; in autunno a Palazzo Turchi di Bagno complesso del Polo museale dell’Università di Ferrara, poi 2015 alla Galleria Goethe di Bolzano.
Accompagna l’esposizione il volume curato da Massimo Bignardi per i tipi di Gutenberg Edizioni, dal titolo VIAGGIO NELL’OMBRA. Italo Bressan e Marco Pellizzola nei margini della pittura, con contributi di Ada Patrizia Fiorillo, Giovanni Iovine, Valeria Tassinari, Annamaria Restieri, Federica Pace, Ico Gasparri , Linda Gezzi , Pasquale De Cristoforo, Marco Gazzano, Mimmo Jodice intervistato da Pasquale Ruocco. Chiude il volume un’ampia antologia di brani dedicati all’ombra.
La mostra è promossa dal museo ARCOS e dal Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi in collaborazione con il Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell’Università di Siena, il Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Ferrara, la Galerie KOMA di Mons, la Galleria Goethe di Bolzano.La mostra resterà aperta fino al 31 agosto 2014.
Info: www.comune.baronissi.sa.it