Progetto tanto ambizioso e articolato quanto riuscito e ficcante, la mostra presentata dalla Fondazione Prada Post Zang Tumb Tuuum Art Life Politics: Italia 1918-1943 – a cura di Germano Celant – si sviluppa in un percorso di ventiquattro ricostruzioni parziali in scala reale di immagini storiche riproducenti sale espositive pubbliche e private in cui vengono ricollocate le opere originali. La successione degli ambienti propone un sistema di fruizione dell’opera, ma anche della mostra stessa – percepita nella sua interezza e complessità come una installazione a 360° – che conduce il visitatore in un viaggio oltre i confini e l’abituale ordine di svolgimento temporale. L’intento provocatorio di Celant è mettere in discussione la diffusa abitudine di presentare esposizioni che prendono corpo in perfetti white cube, dando enfasi al ruolo critico che un progetto deve invece assumere, opponendosi alla decontestualizzazione espositiva, andando a ricreare piuttosto situazioni storiche e focus tematici con lo scopo di attivare la visione dello spettatore per rivelare il contesto spaziale e temporale, sociale e politico in cui le opere d’arte sono state create, messe in scena, nonché vissute e interpretate dal pubblico dell’epoca. Il modus operandi per presentare al pubblico gli oltre 600 lavori tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, manifesti, arredi, progetti e modelli architettonici, e le altrettante centinaia di documenti – immagini storiche, pubblicazioni originali, lettere, riviste, rassegne stampa, foto personali, cinegiornali dell’Istituto Luce – ha preso le mosse dal pensare criticamente lo spazio della mostra, costruendo intorno alle riproduzioni fotografiche ambientali, per favorirne la lettura, un sistema radiale all’interno del quale praticare “l’esercizio della memoria”, partendo dal presupposto che essendo essa un particolare insieme di correlazioni spazio temporali non può esistere senza contesto.
Così il progetto espositivo prende corpo in un percorso lineare che si dipana dagli spazi della galleria Sud a quelli del Podium con riproduzioni ambientali in scala reale di studi d’artista, esposizioni e rassegne d’arte italiana in ambito nazionale e internazionale e proiezioni di grandi dimensioni per restituire l’impatto comunicativo, propagandistico e celebrativo degli allestimenti dell’epoca al fine di esplorare il processo di estetizzazione della politica e delle masse attuato dal fascismo negli anni della sua ascesa al potere. Analizzando le molteplici figure di intellettuali, artisti e pensatori selezionati si può dire che in generale essi spesso si siano astenuti dal pronunciare un conclamato consenso, condividendo tuttavia i pensieri dominanti di chi governava e comandava, senza però rinunciare alla salvaguardia della forza del proprio linguaggio creativo e visivo. Lo spettatore, ambiente dopo ambiente, ha modo di far crescere la consapevolezza di sé stesso e ciò che lo circonda attraverso il coinvolgimento fisico e mentale che la mostra implica, lasciandosi invadere dallo choc e dall’irruzione del tempo, nell’infinito gioco di loop, rimandi e stratificazioni.
La mostra è accompagnata da un volume scientifico illustrato, pubblicato dalla stessa Fondazione Prada, che include il saggio del curatore Germano Celant, 15 testi critici di studiosi, storici e critici d’arte e architettura come Ruth Ben-Ghiat, Francesca Billiani, Maristella Casciato, Daniela Fonti, Emilio Gentile, Romy Golan, Mario Isnenghi, Lucy Maulsby, Antonello Negri, Elena Pontiggia, Sileno Salvagnini, Jeffrey Schnapp, Francesco Spampinato, Marla Stone, Alessandra Tarquini e un’ampia sezione composta da 64 approfondimenti tematici redatti in occasione della mostra
L’articolo a firma di Angela Faravelli è pubblicato sul n. 267 di Segno
Post Zang Tumb Tuuum Art Life Politics: Italia 1918-1943
fino al 25 giugno 2018
Fondazione Prada
Largo Isarco, 2
20139 Milano