Giovedì 6 dicembre si conclude la personale di Isotta Bellomunno Da consumarsi preferibilmente entro, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, prodotta in collaborazione con Taffo Funeral Services presso gli spazi di Casa Vuota. Per l’occasione la napoletana, classe 1987, presenta una serie di opere realizzate negli ultimi cinque anni che ruotano attorno alle due tematiche, apparentemente lontane e incongruenti, su cui è imperniata da sempre la sua ricerca artistica: il nutrimento materno e la morte.
Due concetti che si affrontano e confrontano in ogni singolo angolo dell’ex-appartamento, sito nel cuore del Quadraro, attraverso un corpus di lavori accattivanti e dal sapore acre in cui si palesa il carattere di una napoletanità capace di esorcizzare la paura dell’estremo traguardo con ironia e vitalismo. A ciò si affianca l’argomento implicitamente sotteso nel titolo dell’esposizione, frase cui spesso associamo la data di scadenza di prodotti alimentari come il latte, simbolo di vita, ma anche metafora della breve permanenza di ogni essere vivente sul globo terrestre. Inoltre, la locuzione Da consumarsi preferibilmente entro può essere intesa come formula critica nei confronti della società consumistica, dedita allo spreco, in cui viviamo convogliando il fruitore a ponderare sia sul proprio Io sia sulla collettività.
Nei vari ambienti dell’abitazione romana si animano differenti installazioni come Latte di mamma. Feeling (2015), attivata dal passaggio dello spettatore che avvia due asciugacapelli grazie ai quali le mammelle in lattice riacquistano le loro forme originarie. In un piccolo vano è, invece, custodito l’intervento sonoro Latte di mamma (2015): una sedia vuota invita l’utente a sedersi e a poggiare l’orecchio sui seni come fosse un cuscino col fine di poter ascoltare un battito affatto rassicurante. A queste opere si alternano statue di gesso e disegni a china raffiguranti santini con quattro mammelle animali ed il Necrologio site-specific della mostra. Mentre, sul pavimento dell’ultima stanza è posta una bara di legno contenente centinaia di palline colorate, appositamente immesse per deridere e al contempo stridere con l’oggetto funerario, la cui ubicazione terrena crea non poco turbamento nell’osservatore. Sconcerto che sarà successivamente sovvertito nel ciclo fotografico Io baro, summa della poetica della Bellomunno. In questi scatti iperrealistici la cassa da morto è l’indiscussa protagonista trasformandosi in un semplice tavolo per assolvere quotidiane attività come fare il pane oppure come una vasca da bagno.
Nel suo essere dissacratoria e straniante Da consumarsi preferibilmente entro invita il pubblico a riflettere su questioni reali quanto scontate e, per tale ragione, spesso omesse attraverso immagini iconiche di forte impatto sia visivo sia psicologico.
Isotta Bellomunno: “Da consumarsi preferibilmente entro”
a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo
fino al 06 dicembre 2018
Casa Vuota
via Maia, 12 (int.4/A) – 00175 Roma
orario: visitabile su appuntamento
Info: tel. +39 392 8918793
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