Centosessanta gallerie divise in tre sezioni (Main Section, Live, Focus), più la nuova Social Work (sul ruolo svolto da artiste e galleriste tra anni ’80 e ’90, con Nancy Spero, Berni Searle, da Ipek Duben, Hellen Chadwick, Mary Kelly, Faith Ringgold, Sonia Boyce e Tina Keane), per la sedicesima edizione di Frieze, svoltasi dal 4 al 7 ottobre a Londra.
Iniziamo la visita da Frieze Masters dove ci accolgono diverse opere di Artemisia Gentileschi, anche nello splendido allestimento di Robilant+Voena, che unisce, tra Lucio Fontana, Enrico Castellani, Pietro Consagra e Ugo Mulas, classico e contemporaneo. Alberto Burri e Mimmo Rotella li ritroviamo da Tornabuoni, Enrico Baj da Mazzoleni, i disegni erotici di Gunter Brus e Gustav Klimt da Wienerroither Kohlbacher. Richard Saltoun ci permette invece di riscoprire le azioni di Annegret Soltau, lo stesso accade con Pierre Molinier da Galerie 1900-2000. Si susseguono Ilya ed Emilia Kabakov da Galleria Continua, Jospeh Kosuth da Castelli, la scrittura di Marta Demisache da Henrique Faria, Vito Acconci da Pace Gallery, i materassi di Guillermo Kuitca da Sperone Westwater, Lygia Pape da Hauser & Wirth e il tappeto di Eileen Gray da Ulrich Fiedler.
Affascinano la quadreria di Luxembourg & Dayan (con le opere di Franco Angeli, Tano Festa, Mario Schifano, Alighiero Boetti e tanti altri ancora) insieme alle sculture e agli oggetti d’affezione di Man Ray da Gagosian.
Eccoci poi a Frieze con le opere di Carolee Schneemann da Hales, Marina Abramovic, Ettore Spalletti e William Kentridge da Lia Rumma, gli interni di Andrés Serrano da Juana de Aizpuru, i tagli di Andrea Geyer da Hales Gallery, il grande nano di bronzo di Paul McCarthy da Xavier Hufkens, Nam June Paik da Gallery Hyundai, Annah Wilke e Ana Mendieta da Alison Jacques Gallery, Adrian Ghenie da Galerie Thaddaeus Ropac, Bill Viola da Kukje Gallery e su tutte l’installazione sciamanica di Tatiana Trouvé da Kamel Mennour, con l’acqua che affiora. La pittura si conferma essere preponderante, lasciando al margine insensati stupori. Desta molto interesse invece la sezione Live, con la danza interattiva di Liz Glynn, basata sul rischio economico, dato che i danzatori si muovono in base alle vendite e alle presenze in fiera. In questo ambito si pone anche la scultura di ghiaccio di Ottobong Nkanga, che si trasforma continuamente passando dallo stato solido al liquido e viceversa.
Infine i premi: Wong Ping della Edouard Malingue Gallery ha vinto il Camden Arts Centre Emerging Arts Prize, mentre lo stand Prize è andato a Sprüth Magers. Il Frieze Tate Fund ha scelto Sonia Boyce di Apalazzo, Giorgio Griffa da Lorcan O’Neill, Claudette Johnson da Hollybush Gardens e Johanna Unzueta di Proyectos Ultravioleta. The Contemporary Art Society ha acquisito invece Kehinde Wiley e Zdie Xa.Ha vinto il Frieze Artist la coreografia di Alex Baczynski-Jenkins.