Il CACT Centro d’Arte Contemporanea Ticino presenta, dal 7 Agosto al 12 Settembre, la collettiva Il ritratto ritrovato. Gli artisti, selezionati per convergenze prettamente tematiche, anziché idiomatiche, utilizzano mezzi e linguaggi diversi: pittura, video, installazione, fotografia, figurazione e astrazione. Nell’avvicinare il tema del ritratto, ci si può facilmente accorgere di quanto ogni espressione, in arte, riconduca all’artista e alla maniera autobiografica di rappresentare fondamentalmente il proprio io. L’autore intrattiene con il proprio modello (sia ritratto, che autoritratto od oggetto) un rapporto di compenetrazione psicologica tale da svelarne le geografie interiori.
Questi gli artisti in mostra: Donato Amstutz, Mirko Aretini, Fiorenza Bassetti, Jon Campbell, Pier Giorgio De Pinto, Francesca Guffanti, Andrea La Rocca, Alina Mnatsakanian, Paolo Ravalico Scerri, Martin Sulzer, Veronica Tanzi, Mauro Valsangiacomo e Massimo Vitangeli.
Oltre agli sconvolgimenti socio-politici, che hanno dato all’uomo e all’artista nuovi stilemi e strumenti di pensiero, il ritratto è sicuramente uno dei temi più antichi e paradossalmente universali entro le diverse culture, proprio per la sua capacità di attraversare i secoli e rappresentare l’uomo/l’umanità nei diversi contesti e/o decorsi storici o sociali. Da un punto di vista filosofico il ritratto non costituisce che la rappresentazione del soggetto ritratto da un artista; e pur avvicinandosi ad un reale, l’opera d’arte intende delineare per immagini l’universo esistenziale/esistenzialista dell’uomo. Da una prospettiva più analitica, invece, il ritratto (ri)disegna l’inconscio soggettivo dello spettatore individuale o dello stesso autore attraverso la lettura psicologica della persona ritratta.