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Il labile confine tra arte e pittura

_DSC6638Un’ombra vellutata e misteriosa concede spazio alla luce. Negli still life della fotografa Francesca Moscheni l’alternanza sapientemente dosata dei due elementi dà vita a scene che immediatamente fanno pensare ai grandi maestri del Seicento fiammingo e, certamente, alla lezione del Caravaggio. Ciò che cambia è l’estetica, elaborata con sensibilità moderna e ricerca del dettaglio. Con l’aggiunta di elementi simbolici inseriti con apparente noncuranza, volutamente enigmatici e strettamente legati alla sfera privata dell’artista. Come in un rebus, ma senza soluzione. Nature morte in cui la rappresentazione del cibo, sotto diverse forme, sfiora le categorie della bellezza in cui l’imperfezione di un oggetto, di un frutto o di un vegetale giocano un ruolo importante. Fotografie che diventano quadri, annullando il confine con la pittura, da osservare con attenzione: una piccola sfera di cristallo, le foglie appassite di una rapa, una carta da gioco… Pesci, frutti, verdure risaltano con energia in una cornice indefinita, ma architettonica. Sei opere in tutto, a tiratura limitata, perché non serviva di più a trasmettere lo spirito di questa serie che è soltanto l’inizio di un progetto a più largo spettro.

L’Estetica del Rebus, Palazzo Bovara, Milano, fino al 16 giugno. La mostra si svolge nell’ambito della nona edizione del Photofestival 2015 di Milano, per il quale quest’anno, in sintonia con i temi dell’Expo, è stato scelto il sottotitolo “Dire, fare, mangiare”. Il festival coinvolge le principali gallerie d’arte e sedi espositive milanesi e alcuni palazzi storici della città (Castiglioni, Bovara, Turati e Giureconsulti), nei quali si svolgono esposizioni di differenti artisti. www.photofestival.it

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