È l’iconica opera di Mimmo Paladino, il noto Cavallo di sabbia realizzato nel 1999, monumentale, essenziale e perfetto, quello che si scorge oggi fra le colonne di sesto e quinto secolo a.c. di Paestum. Si tratta di un vero e proprio ritorno a casa per questo, solo in apparenza fragile, “animale” composto della sabbia di questa terra che, è proprio il caso di dirlo, qui e solo qui, emana quell’originaria aurea che lo contraddistingue.
Realizzato per il MMMAC (Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea), dopo essere stato esposto per alcuni anni nelle vicinanze del sito di Paestum, il “Cavallo di sabbia” era finito a Fisciano in provincia di Salerno, a seguito di uno sfratto e vicissitudini varie. Ora, grazie ad un accordo siglato tra il Parco Archeologico di Paestum, guidato dall’archeologo Gabriel Zuchtriegel, e il MMMAC, diretto da Nuvola Lista, ha permesso di riportare l’opera al suo luogo di origine.
Oggi a Paestum il “Cavallo di sabbia”, alto circa 4 metri, si trova posizionato su un piedistallo tra il Tempio di Nettuno e il tempio di Hera noto come ‘Basilica. L’opera, così collocata, restituisce un impatto visivo straordinario, recuperando quell’atavico dialogo con l’ambiente, misurabile in quel senso di scenografia e teatralità così tanto radicato negli antichi e che oggi ai più rischia di sfuggire. Ma non nell’opera di Paladino che al contrario enfatizza tale aspetto e quell’atmosfera metafisica che avvolge il luogo.
Tuttavia, non sono mancate polemiche circa la specificità della collocazione che, va detto, resta comunque temporanea e non permanente, a nostro avviso con dispiacere.
Seguono estratti dei testi di Nuova Lista e Gabriel Zuchtriegel
Nuvola Lista […] “Nella vicina Napoli, la Montagna di Sale di Mimmo Paladino esposta in Piazza Plebiscito aveva rotto gli argini, l’arte contemporanea aveva invaso il centro storico della città. Un vulcano bianco disseminato di cavalli arcaici, neri come tizzoni, molti sommersi, alcuni in piedi a fatica, altri coricati su un lato, sembravano dimenarsi alla conquista della vetta. Senza dubbio un’installazione che ha affascinato l’immaginario collettivo, imponendosi con veemenza anche ai più scettici. Viva e pulsante come il cuore degli “scugnizzi” che avevano l’ardire di prelevare il sale (gesto che l’artista non ha mai considerato un atto vandalico ma inteso come un modo di “sentire” l’opera). Per Pietro Lista, fondatore del museo MMMAC, e Gillo Dorfles fervido e appassionato sostenitore, è stata un’illuminazione. Perchè non chiedere all’artista più rappresentativo del nostro territorio e legato ad esso, un sostegno, una testimonianza importante, un’opera che potesse rappresentare il connubio tra antico e contemporaneo? Chi meglio di lui avrebbe instaurato un dialogo col passato rispettandolo e, soprattutto, reggendo il confronto con tanta magnificenza? Da qui nasce il Cavallo per il MMMAC e per Paestum.
Gabriel Zuchtriegel Resta necessariamente superficiale e arbitrario il rapporto tra contemporaneità e archeologia finché quest’ultima viene identificata con “il mito bianco scientifico inscritto nel distacco accademico, ridotto continuamente al riconoscimento della competenza nell’applicazione di lessici e linguaggi accreditati”, come evidenziano Iain Chambers e Marta Cariello ne La questione mediterranea (Mondadori, 2019, p. 44). In altre parole, un’archeologia che si ritrae su una posizione positivista rispetto alla presunta “realtà storica” e che non affronta la propria genealogia epistemica, ignorando in tal modo la crociana “contemporaneità della storia”, non può che avere un rapporto tortuoso, conflittuale, ideologicamente irrisolto con l’arte contemporanea. […] Il cavallo di Mimmo Paladino, posizionato tra i due templi del santuario Meridionale di Paestum, può essere inserito in questo dibattito. Da un punto di vista scientifico, può sembrare un’intrusione non pertinente in un contesto storico-archeologico, un intervento che è “fuori contesto” in uno spazio sacro di epoca greca. Ma tale impressione inganna […]
Mimmo Paladino – Il Cavallo di Sabbia
Parco Archeologico Paestum
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