Allo Studio d’Arte Raffaelli in mostra la giovane artista cinese Hu Zi, alla sua prima personale in Italia, Mozart. L’esposizione non a caso ha trovato ambientazione a Palazzo Wolkenstein, sede dello studio d’arte, dove l’artista austriaco suonò nel 1771. Ispirata dalla fantasia di un incontr simbolico tra luogo di memoria e luogo d’arte, con una serie di ritratti, Hu Zi ci porta in una dimensione nostalgica in cui il tempo non è mai passato e dove, se si ascolta attentamente, ancora si può sentire l’eco di quelle stesse melodie per cui tutt’oggi si ricorda Mozart. La musica è ciò che emerge dalle figure realizzate sulle grandi carte, grandi come i grandi che ha rappresentato su di esse. Colloca nella stessa stanza personaggi diversi come Mozart, Liam Gallagher o Jarvis Cocker. In un processo creativo che scardina le piramidi sociali cui è avvezzo il mondo occidentale, la visione orientale che Hu Zi mette nelle sue opere è quella di un profondo culturalismo poliedrico in cui ogni soggetto trova spazio e tempo in cui fermarsi e dare parte di sé. Quando guardiamo i suoi ritratti, vediamo che sono loro, e non il ricalco dei loro profili. Quando ci avviciniamo, sembra quasi poter sentire dita che fremono sui tasti o gole schiarirsi in trepidante attesa dell’inizio. Nei loro occhi c’è ancora quella scintilla di vita che è difficile spiegare a parole.
E l’artista, infatti, la spiega con il pennello. “Riversiamo la vita nei ritratti, ma poi loro vanno per la loro strada” è questa la frase che riassume perfettamente la sua tecnica, una nostalgica rappresentazione di personaggi che ora ci appaiono tornati in vita per un’ultima esibizione, a testimoniare la loro presenza sul mondo. Il quadro della modernità di oggi ci spinge a ricercare la lenta collisione con un passato che richiama ricordi indelebili, che fermi il tempo che scorre veloce in mezzo all’autostrada della modernità. E Hu Zi, abbracciata a influenze che vanno da Warhol a Schiele, da Kokoschka a Georg Grosz, con colori profondi e pennellate piene, plasma i profili asciutti e spigolosi dei suoi ritratti, catturando l’anima dei grandi che ci hanno lasciato. Uno stop in mezzo all’arte di vivere la contemporaneità.
La recensione a firma di Valeria Furlan è pubblicata sul n. 265 di Segno
HU ZI – Mozart
Mostra prorogata fino a fine febbraio 2018
Studio d’Arte Raffaelli
Via Marchetti, 17
Trento TN 38122 Italia