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home Artisti, Notiziario, Recensioni Gli Ospiti di Pierluca Cetera invadono una “casa vuota”.

Gli Ospiti di Pierluca Cetera invadono una “casa vuota”.

Tutto ciò che è vitale è dipinto, tutto ciò che è effimero è tangibile: comodini, piante grasse, cassettiere e sgabelli animano lo spazio domestico popolato da sagome di tela di personaggi muti che mettono in scena fatti e momenti di vita rubati alla dimensione più intima dell’esistenza.
Una mostra al limite tra l’essere una sceneggiatura teatrale, una scenografia per un set cinematografico e al tempo stesso uno storyboard ancora in progress che non prevede epilogo.
Ma non ci troviamo in un teatro, né in un cinema e neanche in un museo o galleria d’arte. Ci troviamo in una casa vuota di un quartiere popoloso di Roma. La casa ha un odore antico, la carta da parati conserva tracce di vecchi e persistenti arredamenti, la luce è fioca, una fuliggine opaca ammorbidisce e attenua i colori.
Chi sono i personaggi che abitano questa casa? Cosa fanno, che relazione hanno tra loro? Si muoveranno, o continueranno a consumarsi in un loop infinito? Sono stati invitati o sono emersi dalle pareti? E chi siamo noi, chi ci ha aperto la porta, chi ci ha fatti entrare? Chi è l’ospite? Chi è l’ospitante? Chi è l’invitato?
Con “Gli Ospiti”, Pierluca Cetera, artista pugliese alla sua prima esposizione romana, ci consegna una mostra complessa e intima, ci consegna delle vite in un gioco di rimandi tra pubblico e opera: Rocco è un anziano che si prepara a una seduta di fisioterapia.  La gamba è ferita, il “pacco” visibile dalla protuberanza delle mutande, fa intendere la sua tensione nei confronti della dottoressa. Una ragazza si fa una doccia, preparandosi a consumare la prima notte di nozze mentre il marito è in attesa con l’asciugamano in mano. Una donna si “tocca” segretamente innamorata del padrone di casa. Il figlio unico volge le spalle ai genitori e un uomo nudo filosofeggia con ragazze distratte.
Sono presenze che si muovono come in una scena di teatro esistenziale dalla drammaturgia destrutturata all’interno del quale l’artista mette in gioco diversi registri narrativi che vanno dalla dissacrazione iconografica, all’ironia, dalla tensione espressionista fino all’ambiguità dei comportamenti umani.
Ma non solo. Il tema dell’ospite per Cetera è molto articolato, fa riferimento all’essere ospite e straniero di sé stesso, al luogo e alla sua appartenenza, all’ospitalità con e senza reciprocità, all’identità.
Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo sono i curatori di questo esperimento espositivo che mette al centro uno spazio domestico non abitato e temporaneamente trasformato in un contenitore d’arte.
Casa Vuota è un modo diverso di abitare la casa e l’arte ed è un luogo dove è possibile ritrovare quella intimità domestica che Hammershoi avrebbe fatto abitare dalle sue misteriose presenze femminili.

Gli Ospiti di Pierluca Cetera
a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo,
Casa Vuota Roma, via Maia 12, int. 4 (Metro Porta Furba)
Fino al 30 giugno 2017
visite su appuntamento info: 328 4615638 – vuotacasa@gmail.com

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