In questa estate che sta volgendo a termine, vale la pena ricordare e parlare di una fra le mostre che hanno animato con più fervore le incantevoli terre pugliesi. Parliamo di Give me a Body then! È questo il titolo dell’esposizione curata da Felice Moramarco a Santacroce che per tutta l’estate ha reso vitale il borgo di Altamura, in provincia di Bari.
E “datemi dunque un corpo” è il modo in cui sentenziava il filosofo francese Gillez Deleuze ormai molti anni fa. Il corpo come elemento sensibile primario diviene il fulcro intorno al quale ruota il progetto espositivo. Un corpo che diviene l’elemento fondamentale per fare esperienza del mondo, elemento fondamentale dell’esperienza estetica.
Come si legge anche nel comunicato stampa, “attraverso i lavori di cinque artisti, Give me a body then indaga i processi mediante i quali unità minime di sensibilità – segni, movimenti e suoni elementari – generano realtà complesse, seguendo rigorosi e intesi processi di ripetizione. Lungi dall’essere una semplice reiterazione, la ripetizione è un processo dinamico che mette in relazione con se stessi gli elementi ripetuti, secondo modalità sempre differenti. Ciò introduce disequilibri e asimmetrie al suo interno che trasformano una semplice reiterazione in un movimento progressivo. La ripetizione diventa così un movimento dinamico di costruzione di nuove realtà. Elementi quasi impercettibili accumulano una crescente intensità espressiva.”
Su questa linea hanno lavorato gli artisti Saskia Fischer, Katherine Fry, Michele Giangrande, Roberto Pugliese, Giuseppe Teofilo e Natalia Trejbalova. Dalle sound art di Roberto Pugliese agli esperimenti fotografici di Saskia Fischer; dai video di Katherine Fry alle installazioni di Giuseppe Teofilo, il corpo è indagato trasversalmente attraverso l’utilizzo di differenti linguaggi.
Un indagine che pone anche allo spettatore una richiesta fondamentale: quella del corpo come entità da ricercare, da ascoltare. Give us a body then!