E’ dedicato alle corrispondenze con Giuseppe Rosato il nuovo appuntamento di usomagazzino per altre architetture, dal titolo Horror Pleni in corso fino al 28 Maggio a Pescara. Lúcio Rosato offre in questa occasione un “progetto di dismissione”, come possibilità di costruire il vuoto necessario: alla natura per occupare il suo spazio, all’uomo per individuare una nuova prospettiva del pensare, ma l’evento è soprattutto un dialogo tra padre e figlio nel ribaltamento degli strumenti espressivi, dalla scrittura che si fa immagine-materia allo spazio definito attraverso la parola.
A distanza di oltre trent’anni, alle sperimentazioni linguistiche del lancianese Giuseppe Rosato, pagine di giornale applicate sulla tela nera e accuratamente cancellate dalla stesura uniforme del colore, lasciando scoperte solo alcune parole che trovano nuove relazioni nello straniamento concettuale (horror pleni, lavori degli ultimi anni settanta che danno il titolo all’evento, ma anche opere apribili e lettera 22), Lúcio Rosato accosta una riflessione sullo spazio costruita attraverso la scrittura: il vuoto necessario è un tracciato di dismissione che condiziona la percezione del luogo espositivo costringendo i fruitori a definire con la loro stessa presenza la realizzazione di quel vuoto.