(…) tutto il mio lavoro abbonda di citazioni [musicali]. Prevalentemente perché appartengo a quella generazione di artisti che per prima ha scelto di osservare il mondo intorno a noi utilizzando in abbondanza quel filtro sempre più vasto costituito dall’universo della comunicazione e dei media, vero emblema degli ultimi decenni. La musica, in particolare, ha sempre rappresentato per me un ambito privilegiato e il mio lavoro è una versione visuale di molta arte musicale. Spesso, con i video, cerco di unificare questa dualità. Sono molti gli artisti musicali che fanno da collante per il mio lavoro a livello di tecnica, ritmo e tematiche.
Afferma così Giorgio Lupattelli, la cui recente personale al Museo MARCA di Catanzaro – a cura di Gianluca Marziani e fortemente voluta dal direttore artistico Rocco Guglielmo – recita il titolo di un noto album dei Pink Floyd. The Dark side of the Moon non è il lato oscuro dell’artista, ma è una ricerca impegnata sullo stato della società mass-mediatica contemporanea, che vive di eccessi ed estremismi per sfuggire al senso di vuoto, alle incertezze esistenziali.
Tutta la poetica di Lupattelli, mediata da un evidente sguardo “sensibile” sulle cose del mondo, pone accento sull’imperfezione umana, sulle fragilità quotidiane nelle quali si annidano le controversie e le contraddizioni, di cui siamo fautori e al contempo vittime. Ed ecco concretizzarsi una serie di opere, attraverso l’analisi di forme e colori, sulle patologie: farmaci in compresse, scatole che le contengono, ma soprattutto ritratti di uomini, che – afferma ancora l’artista – sono l’esempio di chi, pur con problemi, ha trasformato le proprie “imperfezioni” in una vincente energia creativa.
Fragilità e precarietà sono il perno di un intervento che il prossimo 21 febbraio vedrà l’artista all’opera, per tutta la giornata, negli spazi del Museo. Sotto l’occhio vigile del pubblico, che potrà interagire e prender parte alla costruzione, prenderà vita Il ponte di Lego, omaggio a Catanzaro ed al Ponte Morandi, simbolo della città e delle sue architetture.
Il ponte è metaforico elemento di contatto e di connessione tra due termini, perfino tra due stati opposti ed in lotta, il cui equilibrio si rivela sotto forma di una instabilità, talvolta domata, talvolta irrisolta. Ma alla precarietà concettuale si affianca, nell’intervento di Lupattelli, quella formale e strutturale, giacché l’intero lavoro sarà realizzato con i mattoncini Lego, anch’essi un simbolo contemporaneo della libera creatività e del lato ludico dell’esistenza. Ma il gioco, ci ricorda Hans-Georg Gadamer, è serio perché ha le sue regole; allo stesso modo, seguendo puntuali regole di costruzione e di armonia compositiva, Giorgio Lupattelli completerà il suo “assemblaggio”, con quella meticolosa accuratezza che contraddistingue tutto il suo lavoro.
In tale occasione, l’artista sarà affiancato, nella realizzazione del lavoro, da Michele G. Prencipe, Gerardo Tenza, Sissi Colloca e da quattro studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro (Daniele Giglio, Dalila Imperiale, Tommaso Palaia, Francesca Paone). La mostra sarà visitabile sino al 4 marzo, mentre Il Ponte di Lego sarà donato al Museo ed andrà ad arricchire la sua collezione permanente.