L’arte di Giannetto Salotti copre un ruolo altamente educativo nella comprensione dell’evoluzione artistica Europea del XX secolo; osservare il suo percorso è paragonabile a sfogliare un bel libro di storia dell’Arte.
Lucchese di nascita, Toscano di crescita e formazione artistica, Salotti è riuscito a concentrare in settant’anni di attività la parabola stilistica progredita, nella scultura, dalla deflagrazione ottocentesca fino ai nostri giorni. Partendo, infatti, da un accademismo puro con forti accenti di realismo, nel dopoguerra cominciò ad aprirsi a ricerche stilistiche più analitiche che lo portarono ad uno studio ragguardevole della Forma e della Materia in aperto e pari confronto con i grandi della scultura d’avanguardia, da Henry Moore a Hans Harp.
Questa versatilità, confusa dalla critica distratta come delittuosa incoerenza, figlia della sensibilità artistica dello scultore con un momento storico rapido e cangiante, si mostra pregiata negli spazi del Centro studi d’Arte Lorenzo Pacini di Guamo (Lucca), in programma fino al 5 febbraio 2018. Da sottolineare la scelta allestitiva di non rifugiare nella cronologia, ma offrire un percorso eclettico e dialogante tra l’apparato figurativo e quello astratto: si colgono, in questo modo, le associazioni formali che hanno portato il Salotti, insieme a molti illustri colleghi scultori, a sintetizzare la natura veduta a favore di una natura vissuta.
Le morbide curve femminili, gli aguzzi e possenti tratti maschili vengono, così, realizzati sia nelle anatomie che nelle opere amorfe, in una evidente coesione stilistica. Salotti era guidato da una totale empatia (si potrebbe azzardare Amore?) per la Scultura, idealizzata nell’abbondanza delle tematiche scelte e tutte pienamente affrontate, si trattasse di Opera Sacra o di licenzioso baccanale. Interessante, a tal proposito, la nota suggerita verbalmente dal curatore Lorenzo Pacini sulla pudicizia dei nudi e la quasi totale assenza dei sessi, nonostante la carica esplicita di certe pose e del bestiario prediletto dal Salotti (il toro e soprattutto il cavallo): si potrebbe pensare alla ripresa di alcuni topoi classici della Scultura, come par confermare la proposta di forme “etruscheggianti”, memore di uno studio attento dell’arte di Libero Andreotti.
Un metodo decisamente Empirico quello di Giannetto Salotti, che trova sostanza e forza proprio nella sua varietas e ricchezza, come un caleidoscopio dove è utile ricordare l’etimo greco, καλειδοσκοπεω, “vedere bello”.
Monografica di Giannetto Salotti
fino al 5 Febbraio 2018
Centro studi d’Arte Lorenzo Pacini Guamo (Lucca)
ingresso libero
da martedì a sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 19,30
domenica e lunedì dalle 15,30 alle 19,30
Rimarrà aperta anche il mese di Agosto ad eccezione dei giorni dal 14 al 27 nei quali sarà visitabile solo su appuntamento chiamando il numero 345 9920007.