La storia costruita sullo scorrere del tempo e sui ricordi è una delle tendenze dei giovani artisti italiani. Spesso si tratta di una storia non vissuta ma che implica una presa di posizione e restituisce all’arte un ruolo sociale e politico. Ed è tanto più interessante perché coincide con eventi spesso dimenticati, letti attraverso il filtro di un’esperienza individuale che dichiara anche il bisogno di conoscere le proprie radici o di trovare chiavi di lettura del presente.
Con queste parole Marinilde Giannandrea introduce l’intervento di Gianluca Marinelli che si inaugurerà il prossimo 6 febbraio nel box progettato da Rune Ricciardelli, quale spazio espositivo all’interno dei Cantieri Teatrali Koreja di Lecce. Inserito nell’ambito di Senso Plurimo, rassegna annuale che pone attenzione da ben cinque anni alle giovani promesse pugliesi, l’intervento di Marinelli racconta un vissuto personale, tracciando quei luoghi della memoria che permettono di allargarsi a nuovi orizzonti, quelli condivisi della Storia occidentale, dell’uomo occidentale che riflette melanconicamente sul destino. J’AI VU, titolo del video che sarà proiettato sino al 5 marzo, parte dal passato per calarsi nel presente, attraversando virtualmente un tempo ed uno spazio particolari, affastellati da monumenti-simboli, come il Monumento ai Caduti di Terragni sul Lago di Como, e da avvenimenti storici, come il bombardamento nell’ottobre del 1944 sul quardtiere milanese del Gorla. In una società che troppo spesso vive mediaticamente e superficialmente i pocessi di dolore intimi e collettivi, la sofferenza del passato – assorbito per induzione più che compreso per analisi – si tramuta nell’urgenza del ricordo attravreso il video di Marinelli, che tra frammenti e corrispondenze >intraprendere una strada nella quale il dato storico convive poeticamente con le sue molteplici contraddizioni.