L’arte contemporanea “da Biennale di Venezia” sarà alla Next Art Gallery di Arezzo, dal 28 marzo al 3 Maggio, con un sunto della quarantennale opera pittorica di Gian Marco Montesano.
Il dipingere di Montesano, come dice il curatore Fabio Migliorati, sembra capitare da lontano, guidato da un cosciente giudizio d’irrilevanza rivolto all’arte: luogo proprio del nonsenso, di leggerezza, che non può ambire alla serietà della soluzione politica (pensata e praticata). Arte come applicazione di un’estetica del tempo, rivelatrice, quasi a confessare una condizione socioculturale ferita, senza tuttavia la pretesa di soccorrerla e curarla, a celarne anzi le cicatrici dietro le bende convenzionali di sogni imperfetti, abortiti o decaduti, ormai sfumati, ancorché belli di plastico indugio.
La pittura di Montesano si confronta inutilmente con la fotografia: una pittura che ha commesso l’errore di accettare, con quella, una sfida già vinta in partenza, un duello inopportuno, inutile, perché la compiutezza del vero non collimerà mai con la profondità del reale.