Mai come quest’anno la parte del leone nell’offerta espositiva delle Istituzioni veneziane la fanno le mostre dedicate a grandi nomi dell’arte contemporanea.
Kounellis da Prada, Alberto Burri alla Fondazione Cini, i quadri di Emilio Vedova scelti da Georg Baselitz alla Fondazione Vedova. E lo stesso Baselitz, con i suoi combattivi 81 anni protagonista di Baselitz Academy, evento collaterale nelle Gallerie dell’Accademia che accolgono per la prima volta un autore vivente, in collaborazione con Gagosian Gallery. Confronto peraltro impegnativo, se si pensa alla strepitosa collezione storica del museo, che offre in parallelo focus su grandi geni come Leonardo (al piano superiore è temporaneamente esposto, con altri disegni, il foglio originale dell’Uomo vitruviano). Baselitz non si lascia però intimidire. Con la curatela di Kosme de Baranano, schiera in quattro sale al pianterreno un repertorio in parte anche inedito di opere che percorrono i sessant’ anni della sua fervida produzione. La traccia critica rimarca il legame dell’autore tedesco con la tradizione artistica italiana, il Manierismo in particolare. Anticonformista e ribelle l’artista sassone, fuggito a Berlino Ovest dalla DDR, in pieno clima di Espressionismo astratto e Pop Art nel ’65 intraprende un percorso formativo in Italia, grazie ad una borsa di studio di sei mesi a Firenze. Le suggestioni di autori come Pontormo, Giovanni di Paolo, Rosso Fiorentino, sono dichiarate qui in una serie raffinata di disegni, finora poco conosciuti. Controcorrente rispetto agli stili dominanti è poi il linguaggio che matura presto: una pittura espressiva dove l’impronta figurale s’impone anche nella dialettica costante con un impulso astratto. L’impatto visivo delle opere alle pareti è notevole. Introdotti dalle prime incisioni su legno, si parano esemplari della serie Eroi del’65-66, soldati in ritirata mutili, feriti, disarticolati, con parti intime a vista, un’“oscenità” che si fa debàcle storica ed esistenziale. Dal ’69 Baselitz introduce con effetti stranianti la sua fondamentale intuizione: il capovolgimento della tela. A testa in giù sono volti e corpi di amici e famigliari dagli impasti materici e i colori vivaci e contrastanti, di cui la mostra offre ampia campionatura. Rappresentazioni “rovesciate” che con un semplice gesto concettuale ci obbligano a guardare la realtà con occhi diversi, capovolgendo il punto di vista su una tecnica come la pittura che secoli di storia hanno usurato e messo a dura prova. Il metodo, pur reiterato negli anni, continua a funzionare. Reggono per potenza espressiva i Nudi, di diversi periodi. Così come le grandi figure in bianco-nero recenti (Das Negativ), riunite in un’ampia sala: corpi maschili e femminili (tra cui la moglie Elke) che si stagliano energetici da un fondo scuro come pittorici negativi. Imponenti, antiretorici, vitalistici (come le rozze sculture in legno, di cui sono presentati pochi esemplari), i lavori di Baselitz interrogano l’arte oltre le mode del momento. Innestando un portato storico pesante come quello tedesco e il dramma precario della condizione umana su un’inaspettata, paradossale, aura di classicità.
Baselitz – Academy
Fino al 6 ottobre 2019
Gallerie Accademie Venezia
Campo della Carità, Dorsoduro 1050, 30123 Venezia
http://www.gallerieaccademia.it