Quale il senso, riscontrabile sin dal titolo dell’esposizione, di un sostantivo accompagnato da un aggettivo che ne connota una condivisione tra più individui facenti parte della stessa collettività? Quali le connessioni tra persone che vivono in una società che spesso li rende schiavi di se stessi, senza alcuna possibilità di riflessione relativa alla propria condizione esistenziale? Comune è collettivo e sociale ma, in senso dispregiativo, è altresì mediocre e banale. Quale quindi l’indagine? Questi gli interrogativi che mi hanno accompagnato all’ingresso di Gente Comune, doppia personale di Davide Balossi e Nando Crippa, allestita a Fano a Palazzo Corbelli e curata da Valerio Dehò.
Protagonista la scultura, la tridimensionalità della materia, che rivela una quotidianità che è di per sé sacra nella ripetitività di alcuni gesti e che non è da far scadere nel diffuso luogo comune dell’arte che trasforma ed eleva la banalità della vita di tutti i giorni. I due artisti rappresentano con modalità diverse la figura umana, Balossi utilizzando legno di noce, castagno ed abete, e Crippa lavorando la creta successivamente colorata a mano, per raccontare storie di uomini e donne in cui potersi riconoscere o da cui volersi allontanare. Le sculture a Palazzo Corbelli parlano di una solitudine che proviene esattamente dalla relazione con l’altro: io è noi, ma il noi non considera l’io. Nel primo corridoio che incontriamo all’inizio dell’esposizione, da cui poi si accede alle sale popolate dai piccoli noi, son stati esposti sulle pareti i lavori su carta eliografica di Balossi, Carta bollata, e alcuni suoi acquerelli che si specchiano con alcuni acrilici su cartoncino di Crippa. Il bidimensionale, l’altro linguaggio, ci accompagna quindi verso ciò che viene poi dichiarato con la scultura. Le eleganti figure longilinee in legno di Balossi, dipinte con l’acrilico nero, si stagliano nello spazio in ambientazioni minimali e sovente in cerca di equilibrio su tetti e parallelepipedi, a volte miranti alberi o all’interno di cornici intrecciate. Pensierosi o attenti gli sguardi, appena percepibili, catturano una possibilità di relazione che è come se si disperdesse nel gioco degli spazi che isolano i personaggi rappresentati. Una tecnica attenta e raffinata, quella di Balossi, che proviene dalla sua formazione presso la Scuola professionale per scultori di Ortisei in Val Gardena, una delle scuole più importanti al mondo.
Dal legno alla creta e dal nero totalizzante al colore: Nando Crippa. Un lettore, una ragazza al muretto che guarda una pallina, un uomo con la sua ventiquattrore con alle spalle una donna ancora dormiente, diciotto cucitrici al lavoro. Qui compare un altro universo, molto meno onirico. Da anni Crippa è fedele alla tecnica artigianale della creta semirefrattaria, cotta al forno e successivamente colorata a mano e, seguendo i tempi impliciti nella materia stessa, realizza figure archetipiche che ci riconducono a tematiche facilmente riscontrabili. Un fermo immagine sul mondo ripreso nel suo silenzio e nella sua complessità emotiva del quotidiano, mentre fuori tutto tace ma nel profondo l’urlo rimbomba. Piccoli uomini e donne che compiono gesti semplici restando immobili, catturati dalla terracotta. Nando Crippa mette in scena un film muto in cui tutti possiamo rivederci senza essere coinvolti direttamente dalle figure in creta che guardano sempre altrove, con un’espressività che si dirige verso uno spazio invisibile a noi. Potremmo essere noi, ma la barriera è prominente e ci fa avvicinare con estremo rispetto a questi esserini che l’artista stesso sembra non amare, dato il sarcasmo: stesse dimensioni e stessi sguardi, una ripetizione a tratti ossessiva che pare si burli di loro. La solitudine è preponderante e le connessioni restano vane all’interno di un mondo che è allo stesso momento reale ed immaginario.
Gente comune | Davide Balossi – Nando Crippa
Fino al 30 settembre 2018
a cura di Valerio Dehò
Galleria Carifano \ Palazzo Corbelli – via Arco d’Augusto 47, Fano
Orari e ingressi: dal 28 giugno al 2 settembre: da giovedì a domenica h. 19.30 – 22.30
dal 5 al 30 settembre: da giovedì a domenica h. 17 – 20 – chiuso lunedì
martedì e mercoledì – INGRESSO LIBERO
Info: galleriearte@creval.it
Mostra prodotta e organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese