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Frida. Oltre il mito

La figura di Frida Kahlo si sa, è oramai leggenda, complici le innumerevoli mostre a lei dedicate che, soprattutto in questi ultimi anni, si sono susseguite in ogni parte del mondo, talvolta non sempre eccezionali, che hanno contribuito indubbiamente ad alimentarne il mito.

Quella del MUDEC-Museo delle Culture di Milano è inaspettatamente una mostra, oltre che molto bella, particolarmente articolata, ritmata dalla presenza di opere di piccolo formato mai viste prima nel nostro Paese, provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, ovvero le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo e soprattutto da numerose fotografie che permettono un approfondimento sulla figura dell’artista di stampo psicologico ed emotivo prima che storico artistico.

Un approfondimento, tuttavia, che restituisce alla pittrice messicana la corretta dimensione umana sottesa al suo lavoro, troppo spesso strumentalizzata per spiegare con facilità la sua carriera e con il risultato, come ha spiegato in più occasioni il curatore della mostra Diego Sileo, di vedere: «l’artista e la sua opera irrimediabilmente ingoiata dal mito della sua stessa vita». In queste fotografie ci sono scatti realizzati dalla stessa Frida alternati ad altri provenienti dai materiali d’archivio ritrovati e recuperati a Casa Azul, ossia la Casa Azzurra, abitazione dell’artista, oggi museo Frida Kahlo, sito nel sobborgo di Coyoacan che, scoperto nel 2007, è stato proprio oggetto di ricerca di Diego Sileo. Frida in questi scatti appare nella totale ingenuità e leggerezza che si confà a una diciottenne, riconducibili al periodo antecedente la conoscenza di Rivera, seguiti da altri nei quali emerge poco alla volta l’ossessione per il padre del muralismo messicano, elemento cardine della mostra tanto incantevole quanto angosciante.

Proprio l’incipit all’ingresso della sezione dedicata agli amori recita, non casualmente, una delle più celebri citazioni della Khalo: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera”, frase assolutamente sintomatica del suo percepire gli eventi della vita. Tutto confermato e riaffermato dal bellissimo video documentario, quasi amatoriale, che chiude la mostra proveniente dal George Eastman Museum, dove Frida teneramente accarezza Rivera senza timore di mostrare le proprie fragilità. L’esposizione, suddivisa in diverse sezioni chiare e bene strutturate per il fruitore, offre anche un ricco corredo di scritti, lettere e appunti dell’artista messicana, anche questi provenienti dall’archivio di Casa Azul.

 

FRIDA. OLTRE IL MITO

Fino al 3 giugno 2018

 

MUDEC-Museo delle Culture

via Tortona 56, CAP 20144 Milano

http://www.mudec.it

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Roberto Sala

Art director della rivista Segno insegna Grafica editoriale all'Accademia di Belle Arti di Brera