“Una misura per guardare”: così definiva la propria pittura Franco Meneguzzo, cui la Galleria Peccolo di Livorno dedica una mostra incentrata sui lavori dei primi anni Sessanta. E di fronte a queste tele scandite da rettilinee tracce di colore, in parte percorse da reiterate impronte, sembra davvero che l’artista abbia costruito coordinate di riferimento per lo sguardo, non lasciandolo vagare nella superficialità, ma conducendolo a soppesare quei colori che sono forma e materia in sé: un lavoro quasi di grammatura pittorica, con stesure ora compatte e brillanti, ora sgranate ed evanescenti. I titoli non lasciano del resto dubbi sull’essenza cromatica del suo linguaggio: Rossi su base grigia, Quasi una bandiera, Modulo rosso e verde… Ma altri titoli ci aprono ulteriormente gli occhi su quelle ritmiche scansioni della tela: Concerto grosso e moduli, Rosa e continuo, Torso e tastiere. E allora torna utile ricordare la sua biografia, che lo vede già a sei anni frequentare il conservatorio e suonare il pianoforte: la sua “misura per guardare” aveva dunque alla base anche un’intima grammatica musicale, e i colori vengono in effetti per così dire fatti risuonare sulla tela, magistralmente visualizzando basso continuo e melodia, tono e armonia, componenti diverse di un suono unico. Anche in questa dimensione meno nota della sua attività di artista – “pittore rimasto nell’ombra” recita di lui il sottotitolo della ponderosa monografia dedicatagli da Volker W. Feierabend nel 2007 – Meneguzzo conferma dunque quella capacità formidabile di far parlare la materia che caratterizzò sin dagli anni Cinquanta le sue celebrate ceramiche, ora con superfici tormentate da solchi che sembrano farne fuoriuscire un sostrato magmatico, ora lucenti e compatte geometrie di colore. La mostra, curata da Arianna Baldoni, è accompagnata da un catalogo pubblicato dalle Edizioni Peccolo, che ai testi della curatrice unisce due significativi precedenti dedicati a questa particolare stagione pittorica di Meneguzzo: uno con cui Gillo Dorfles ne presentò una mostra del 1964 alla Galleria Cittadella di Ascona e uno di Elena Pontiggia contenuto nel catalogo di quella allestita nel 1998 al Museo Civico di Padova.
La recensione a firma di Antonella Capitanio è pubblicato sul n.265 di Segno.
Franco Menguzzo
Early sixties paintings
Fino al 10 gennaio 2018
Galleria Peccolo
piazza Repubblica 12 –Livorno