Con Genealogia #3 si conclude il progetto Genealogia a cura di Ludovico Pratesi per la galleria FuoriCampo di Siena
che ha visto la partecipazione di artisti di diverse generazioni in confronto dialogico attraverso le loro opere; dopo gli appuntamenti del 2012, Emanuele Becheri con Carlo Guaita, Giovanni Ozzola con Remo Salvadori. In questo terzo episodio (in mostra dal 12 marzo al 22 aprile) Francesco Carone sviluppa in maniera personale il concetto che sta alla base dell’idea di Genealogia coinvolgendo nel progetto altri artisti che interverranno su una stessa opera.
Un progetto che prende avvio da una tela di piccole dimensioni (30×40 cm), dalle misure tradizionali, abbinata a un tema che appartiene alla storia dell’arte classica come la tempesta marina: un soggetto che l’artista affida a un nutrito gruppo di pittori, legati all’artista dalla stima reciproca. Ciascuno di loro lavora sulla medesima tela, per interpretare lo stesso tema uno dopo l’altro, inevitabilmente condizionati dal dipinto realizzato in precedenza. L’artista senese segna così il punto di una ricerca creativa che coinvolge un’intera generazione di artisti, senza mostrare apparentemente nulla di sé, ma ponendosi unicamente come ideatore di un’opera che si compone degli interventi di altri artisti a lui vicini per sensibilità e per età.
Emerge dunque una nuova interpretazione di Genealogia che si realizza sulla partecipazione, in parte condivisa e in parte indipendente, allo stato attuale dell’arte attraverso la voce di artisti diversi che abitano come lui lo spazio della contemporaneità. Eugenia Vanni, Luca Bertolo, Paolo Parisi e Luca Pancrazzi sono solo i primi artisti che sono intervenuti sull’opera di Carone, cui egli ha fornito esclusivamente il supporto ideologico e formale per un’opera che intende rappresentare una Tempesta, seguiti da molti altri che negli anni a venire forniranno il loro contributo. Il tema della tempesta, rimanda alla celebre tela di Giorgione ma acquista anche una valenza ideologica e simbolica come espressione del mutamento radicale, estratto – distinto – dall’usuale scorrere del tempo, e tuttavia reso eterno.
La mostra resterà visibile fino al 22 aprile quando l’opera continuerà la sua trasformazione passando da artista ad artista ciascuno dei quali lascerà la sua impronta su questo tempo in(de)finitamente presente dalla forma di una piccola tela sulla quale Carone non è mai direttamente intervenuto, limitandosi a offrire il sostrato dove agire, giovandosi della partecipazione di una generazione di artisti che egli usa come materiali e tecnica, ma fuori dal suo controllo.
L’opera Tempesta sarà visibile per la durata della mostra in Galleria FuoriCampo, prima di riprendere il suo cammino ri-creativo in rinnovamento perpetuo. Il lavoro, in ogni fase della sua rielaborazione nei mesi successivi, resterà stabilmente esposto all’interno di una vetrina nel Vicolo dei Borsellai.