Da secoli si ripete che “non si vive di solo pane”, facendo in ciò riferimento all’imprescindibile dimensione spirituale del vivere. Di solo pane può vivere il segno narrante dell’artista Caporale quando, nella forza plastica e nel tessuto pittorico delle sue opere, declina un percorso di ricerca creativa che trae origine e significato dal pane. Le sue opere offrono una raffinata traduzione formale alla dimensione memoriale del pensiero. In essa il territorio è luogo fertile di rimandi e il pane diventa origine e destino terminale di una partitura figurale in cui si inseguono una molteplicità di segni e di sottili correlazioni simboliche.
Così è introdotta dal curatore Teodolinda Coltellaro, la nuova mostra firmata Museo MARCA, realizzata con il patrocinio della Provincia di Catanzaro e della Fondazione Rocco Guglielmo. Dopo le precedenti personali di Giovanni Longo (giugno – agosto 2016) e Giuseppe Negro (settembre – novembre 2016), è la volta di Francesco Antonio Caporale (classe ’54), che si fa portavoce delle istanze “local” e dunque espressione dell’intellighenzia, in campo artistico, della Calabria. In mostra oltre trenta opere, tra pitture e sculture, esaltano l’importanza del pane nella storia dell’umanità e nella vita dell’artista. Universale e particolare si incontrano e si intrecciano in una ricerca attraverso cui tale alimento si fa alfa ed omega tramite molteplici segni ed altrettanti simboli, che attengono al vissuto dell’uomo. Il pane diventa nell’analisi di Caporale elemento imprescindibile, materiale e spirituale, giacché nutre a più livelli corpo e anima, raccontando così una storia trasversale che coinvolge potenzialmente ogni essere umano con il proprio vissuto esperienziale. E così il pane – continua Coltellaro – misura il battito della vita che cresce, che lievita, si espande nel pane e col pane, per cui il pane è più propriamente lievito vitale, è il pane della vita.
La mostra sarà visibile sino al 10 gennaio 2017, corredata dal terzo catalogo (Silvana editore) della collana Quaderni del MARCA, contenete i testi critici di Coltellaro e dell’antropologo e regista Giorgio de Finis.