Fotografia Europea 2015
X EDIZIONE
EFFETTO TERRA
15, 16 e 17 maggio, tre giorni di inaugurazioni, mostre, installazioni, conferenze, incontri, workshop, proiezioni e spettacoli per Fotografia Europea 2015 che, arrivata alla sua decima edizione, ha animato e animerà nei prossimi mesi, fino al 26 luglio, la città di Reggio Emilia. L’edizione di quest’anno è dedicata al rapporto uomo natura, e inserita nel progetto WE A.RE \ Reggio Emilia per Expo 2015, si propone di reinterpretazione proprio le tematiche di Expo 2015.
Spiegano gli organizzatori: “Fotografi e curatori sono stati invitati a esplorare ambiti d’indagine legati alla rappresentazione del pianeta, alla salvaguardia dell’ambiente, alle ricchezze del territorio, ai nuovi equilibri che si instaurano tra le ragioni della Terra e l’intervento umano, fino al dinamico rapporto tra uomo, natura e tecnologia. Il risultato è Effetto Terra, un filo conduttore che lega le mostre, le installazioni e tutti gli altri eventi che compongono il programma del festival”
Il programma delle mostre ufficiali è ricco ed articolato, 9 i punti strategici dislocati in città: Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, Chiostri di San Domenico, Museo dei Frati Capuccini, Palazzo dei Musei, Galleria Parmeggiani, Spazio Gerra, Sinagoga e Biblioteca Panizzi, 9 le mostre.
Sullo specifico nodo della Natura senza uomo e dell’uomo senza natura, si muove la rassegna curata da Elio Grazioli e Walter Guadagnini, No Man Nature, una grande collettiva a Palazzo da Mosto, che raccoglie le opere di quattordici artisti: Darren Almond, Enrico Bedolo, Ricardo Cases, Pierluigi Fresia, Stephen Gill, Mishka Henner, Ange Leccia e Dominique Gonzalez-Foerster, Amedeo Martegani, Richard Mosse, Thomas Ruff, Batia Suter, Carlo Valsecchi, Helmut Völter, mentre 199 fotografie a colori, raccolte in un arco di trent’anni, compongono il mosaico di Ersatz Lights. Case study #1 east west, la mostra di Olivo Barbieri allestita ai Chiostri di San Pietro, con il coordinamento scientifico di Laura Gasparini cui si affianca nei medesimi spazi la mostra Le cose che si vedono in cielo a cura di Ilaria Campioli, che indaga il rapporto fra uomo e universo attraverso immagini che descrivono il firmamento. Si passa successivamente all’omaggio a Charles Darwin del giovane fotografo ungherese Ákos Czigány che con la mostra In viaggio con Darwin, a cura di Gigliola Foschi (Galleria Parmeggiani), riproduce in griglie le pagine, lasciate in bianco, delle prime edizioni dei libri scritti dai Darwin e che lui ha recuperato su internet. Sempre sul tema delle nuove tecnologie c’è Cluster | New Jersey Counties di Daniele Lisi, la mostra ai Chiostri di San Domenico in cui le geometrie delle Meadowlands – area del New Jersey bonificata quasi un secolo fa e trasformata in zona residenziale – caratterizzano immagini satellitari prelevate da Internet per poi trasformarsi in “Spazio Vissuto” nel secondo capito del suo lavoro, in cui quelli stessi luoghi sono ritratti nelle ore notturne. Più astratta e giocata sull’illuminazione, quasi a chiudere il cerchio aperto dalle ersatz lights, è Blank di Luca Gilli: allestita ai Chiostri di San Pietro, una raccolta di immagini in cui la luce non si accende in opposizione al buio ma si diffonde quasi in eccesso, venendo a sconvolgere (reinventare) la percezione di forme, materiali e volumi degli oggetti rappresentati.
Ancora, fra le più interessanti troviamo quella presso la Sinagoga, Unfinished Father dell’olandese Erik Kessels, i cui scatti, che accompagnano e si affiancano a una vera Fiat 500 Topolino incompiuta, raccontano del restauro incompiuto di quell’auto. Un ciclo di fotografie dove è l’uomo, al posto della natura ad essere al centro dell’attenzione. Un progetto dedicato al padre, appassionato restauratore di Fiat 500 Topolino e colpito pochi anni fa da un ictus che, quel progetto non lo ha mai portato a termine. Quella Topolino incompiuta, pertanto, diventa l’oggetto dell’esposizione, nonché il simbolo di un uomo che – come la macchina – rimarrà non finito.
Organizzata dal Comune di Reggio Emilia, da quest’anno Fotografia Europea si avvale di un comitato scientifico costituito da Elio Grazioli e Walter Guadagnini (già abituali curatori della manifestazione) e da Diane Dufour (direttrice del prestigioso spazio parigino Le Bal), a cui è stato affidato il compito di selezionare le proposte espositive ricevute lo scorso autunno in una call pubblica.
Fra gli eventi collaterali, circuito OFF vero cuore pulsante della manifestazione, sebbene il livello artistico sia spesso fin troppo amatoriale, trascurando la qualità e talvolta il contenuto, Tutti i Luoghi Il Luogo Cinquanta fotografi per Via Roma merita una menzione per lo spirito comunitario che si respira in strada, ma soprattutto per l’iniziativa, sempre gradita, di apertura di spazi privati e inconsueti. Merita un applauso il progetto Decrescita Felice (fotografie di Vittorio Vizzini) per l’originalità. Un vero e proprio negozio di frutta e verdura, dopo però al posto delle carote sono coltivate schede madre di computer e gli alberi da frutto, dove nascono mouse in vari colori anziché mele, pere e limoni. Assolutamente da vedere la mostra di Michael Kenna, vera chicca di Via Roma, che fino al 28 giugno occuperà gli spazi della Galleria13. Michael Kenna, fotografo, paesaggista statunitense fra i più celebri e apprezzati al mondo, esplora le potenzialità della fotografia analogica attraverso scatti in bianco e nero ai sali d’argento con viraggio conservativo al selenio, conferendo ai suoi scatti un’aurea metafisica che ne contraddistingue lo stile. Splendide quelle della fine anni Ottanta e primi Novanta del Novecento su Venezia, capaci di far ri-apprezzare un’immagine, come quella del ponte dei Sospiri, fin troppo usurata dall’industria del turismo,
Infine, vale la pena un giro agli Ateliers viaduegobbitre. Spazi incredibili abitati da interessanti giovani fotografi, i cui lavori, a metà fra il documentario e la fotografia d’arte sono visibili al pubblico fino al 31 maggio.
Forse non tutto merita veramente di essere esposto, ma Fotografia Europa 2015 offre la possibilità di osservare il punto di vista di chi il mondo lo osserva veramente e ne cattura la bellezza in un istante.
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