Molteplicità e singolarità, corporalità e territorio, ritualità e improvvisazione sono alcune peculiarità che caratterizzano le ricerche dei due artisti che si confrontano nella mostra Una sola moltitudine a cura di Saverio Verini, visibile presso lo spazio espositivo smART – polo per l’arte fino al 10 marzo 2017.
Nelle sale del sito capitolino le opere di Filippo Berta e Calixto Ramirez mettono in luce differenti modi di concepire un medesimo linguaggio espressivo, quello della performance, che, come citato nel titolo – evocatore della raccolta dello scrittore e poeta portoghese Fernando Pessoa – può dar luogo ad una ‘moltitudine’ di criteri investigativi affini e/o contrari, come documentato nelle opere esposte. Se il bergamasco coinvolge gruppi di persone comuni facendogli compiere azioni banali, cariche d’inestimabile potenza espressiva; il messicano utilizza la propria silhouette come unità di misura della realtà circostante per produrre performance ironiche e grottesche che investigano il contesto a lui contiguo. Approcci diametralmente opposti in cui è, tuttavia, riscontrabile una comune indagine rigorosa, consapevole e riconoscibile incentrata sull’impiego del corpo, sul rapporto con il paesaggio attiguo, su gesti semplici ma capaci di generare tensione fisica e psicologica col fine di ideare operazioni registrate in filmati successivamente tradotti in immagini fotografiche dotate di rilevante carattere iconico.
Lo stile di Filippo Berta, classe 1977 (vive e lavora tra Milano e Bergamo), è rintracciabile nei recenti lavori qui presentati: Allumettes #2 (2013), Happens Everyday (2012), Déjà vu (2009), Sulla retta via (2014), Concerto per solisti #2 (2012) e, infine, Presente!, progetto appositamente concepito per gli spazi di smART. In ognuna di queste opere ritornano i concetti basilari del suo processo artistico: dalla moltitudine alla ripetizione di gesti quotidiani mai standardizzati poiché, come afferma il curatore nel testo critico, «i diversi ritmi e approcci da parte delle persone di fronte un’azione identica, emergono fino a diventare dei veri e propri ritratti degli stessi partecipanti. Ritratto che, in quanto tale, è manifestazione di un’individualità che inevitabilmente rompe l’unità iniziale, generando al tempo stesso il dramma e la meraviglia che contraddistinguono le produzioni di Berta». Tutto ciò non fa altro che dar vita alla parodia di un’azione ordinaria guidando il pubblico a rivivere una condizione infantile, come nel caso di Happens Everyday, che risulta faticosa da compiere a causa dell’incapacità dell’adulto di abbandonare schemi e convenzioni. Mentre in Presente! questa prospettiva è ribaltata perché il lombardo si avvale, per la prima volta, di sedici bambini invitandoli a consumare e, in seguito, a far esplodere all’unisono un brick di succo di frutta. L’evocazione dello sparo attua un ribaltamento di senso nell’atto eseguito, da ludico a bellicoso, arrivando a generare uno scollamento tra mondo adulto e quello della fanciullezza.
Calixto Ramirez (Reynosa, 1980 – dal 2013 vive e lavora a Roma), invece, predilige essere regista ed esecutore delle proprie perfomance, tutte contrassegnate da un forte impatto emotivo, dove la propria figura diventa l’elemento scultoreo per investigare il luogo in cui si trova. Per il progetto site specific Tana libera tutti! (2016) il creativo ha esplorato ogni centimetro del limitrofo Parco Virgiliano (conosciuto come il Parco Nemorense), ubicato a pochi passi di distanza da smART, accompagnato solamente dalla propria Canon. Qui, attraverso la pratica del camouflage ha investigato panchine, alberi e cespugli nascondendosi e svelandosi inaspettatamente agli inconsapevoli fruitori/passanti con l’intento di riattivare, con la propria presenza, semplici azioni e gesti che l’infante è solito esercitare in tale circostanza. Ispirandosi al gioco del nascondino Calixto sviluppa l’intervento calandosi da una pianta o celandosi dietro a un tronco per poi apparire improvvisamente senza mai contraddire i canoni che contraddistinguono il suo modus operandi: l’economia dei mezzi, la pratica della passeggiata, la rapidità delle azioni, l’elementarità dei gesti e la messa in gioco della propria fisicità fondendosi con l’ambiente limitrofo e abrogando, tuttavia, ogni riferimento al puro narcisismo.
Così, la performance si fa corpo collettivo (Berta) o corpo individuale (Ramirez) attraverso la pratica del gioco salvaguardando un unico obiettivo: narrare il nostro vivere quotidiano.
“Una sola moltitudine” Filippo Berta / Calixto Ramírez
A cura di Saverio Verini
fino al 10 marzo 2017
smART – polo per l’arte
piazza Crati, 6/7 – 00199 – Roma
ingresso gratuito
orario: martedì – venerdì 11:00-13:00 / 15:00-18:00; sabato su appuntamento
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