Da un progetto di Umberto Benappi, curato da Luca Beatrice, nasce la mostra Zoote, il cui termine, preso a prestito dall’antica Grecia, suggerisce l’idea di un primitivo stile animalier, in verità utilizzato come riferimento alle decorazioni maculate e pitonate, che tornano ciclicamente nella storia dell’arte e della moda. Non mancano, infatti, citazioni all’animalier durante il Rinascimento, associato perlopiù all’esoterico e al satanico, o nelle note di Cesare Ripa del 1593 che racconta la Libidine come raffigurata con indosso una pelle di leopardo, fino a Josephine Baker ad Audrey Hepburn che attraverso il motivo leopardato si fanno icone del cinema e dello spettacolo. Che l’animale, tuttavia, sia presente nell’arte non è una novità. Basti ricordare i vari significati simbolici associati alle bestie, ai bestiari medioevali presenti sulle facciate di tante chiese romaniche d’Europa, ai caratteri umani di volta in volta associati agli animali, o anche, nell’arte del Novecento, il cui rimando persiste in differenti modulazioni, dalla scultura alla pittura, dall’installazione al disegno. L’“animalizzazione dell’arte” – citando Franz Marc, storico artista d’avanguardia del Der Blaue Reiter legato all’idea dell’animale come metafora di purezza e innocenza – è lo spunto dal quale parte questa esposizione organizzata dalla Galleria Benappi, che presenta una selezione di artisti contemporanei che hanno dedicato all’animale uno spazio importante nel proprio lavoro. Fra i vari omaggi di Zoote, da cui parte l’idea curatoriale, c’è quella a una scultura bronzea di Rembrandt Bugatti, quell’elefante danzante che negli anni ’20 diventa il simbolo della Bugatti Royale, e quello a Aldo Mondino e alla sua scultura corno realizzata alla fine degli anni ’80. Arricchiscono la mostra le opere di: Bertozzi & Casoni, Nicola Bolla, Paolo Grassino, Agostino Arrivabene, Wim Delvoye, Quentin Garel e Polly Morgan.
Fino al 27 febbraio 2016.
Data e Ora
14/01/2016 / Tutto il giorno
Luogo
Galleria Benappi