Nel 1968 Vincenzo Starnone ha quindici anni. Certo troppo giovane per
conoscere e vivere con consapevolezza tutta la fase che precede l’esplosione di
quell’anno che tutti ben conosciamo per la sua eccezionalità. In perfetto orario
però per formarsi nel clima del dopo Sessantotto, quello – tra l’altro – dei
grandi cortei operai e della strategia della tensione inaugurata a Piazza
Fontana il 12 dicembre 1969. Due, fin da adolescente, le sue passioni
predominanti: una è la politica, non intesa – almeno inizialmente – nell’alveo
della rappresentanza parlamentare e sempre e comunque concepita come
strumento di trasformazione radicale del mondo in senso egualitario e
libertario – per cui a quindici anni intraprende convintamente la sua militanza
nelle file del gruppo anarchico napoletano Kronstadt -; l’altra è la fotografia.
Niente di più naturale perciò per lui andare in giro per cortei ed immortalare i
volti e le bandiere, i gesti strepitanti e i cartelloni con gli slogan. Niente di più
naturale per lui mettere insieme i suoi due mondi: quello della militanza e del
fare comunità e quello del racconto realistico per mezzo della luce.
La mostra, organizzata dalla Iod Edizioni, in collaborazione con
l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, è il frutto di una paziente
selezione di un più ampio gruppo di fotografie scattate in quegli anni – tutto
materiale fin ora, per quasi mezzo secolo, per lo più mai uscito dall’archivio di
Starnone – che racconta i cortei di quei tempi, i volti dei militanti, ora fieri e
concentrati, ora gioiosi e trionfanti – perché la rivoluzione è insieme strategia e
festa -, ma anche le feste dell’Unità di qualche anno dopo, con il palco sul
quale si esibiscono gli Inti-Illimani ed i laboratori per bambini, nonché il più
ampio vissuto sociale dell’epoca. C’è insomma tutto un mondo che più o meno
tra le righe traspare da questa personale, un mondo che possiede molto di
autobiografico, ma che è anche (auto)biografia di una generazione.
Il catalogo, edito da Iod Edizioni, contiene testi della scrittrice Maite
Iervolino e dello storico Gianfranco Marelli, oltre che del curatore e
dell’autore stessi e sarà presentato in occasione del finissage, giovedì 16
novembre, ore 17,00 insieme alla raccolta di racconti dello stesso autore della
mostra dal titolo e Sono ciò che sono stato (Iod Edizioni, Casalnuovo di
Napoli).
Vincenzo Starnone è nato a Napoli nel 1953. Laureato in medicina,
fotografa da oltre quarant’anni gli aspetti quotidiani della vita in una sorta di
“caccia fotografica” sociale. Tra le sue mostre personali Viaggio nei musei
(Maschio Angioino, Napoli, 2010); Svelati (Lloyd’s Baia Hotel, Vietri sul Mare –
SA, 2009); Viaggio nel lavoro (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici; Libreria
Feltrinelli di Piazza dei Martiri, Napoli, 2002; AR Project Gallery, Giugliano –
NA, 2013); Frammenti flegrei (Casina Vanvitelliana – Parco Vanvitelliano del
Fusaro, Bacoli – NA, 2000; Galleria Tina Modotti, Acerra – NA, 2001); Sopra
sotto: viaggio a Parigi (Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli, 1999).
Ha pubblicato due raccolte di racconti: Non voglio Anna. Racconti stressati di
un medico (Iuppiter Edizioni, 2010) e Sono ciò che sono stato (Iod Edizioni,
Casalnuovo di Napoli, 2014).
Data e Ora
08/11/2017 / 17:30 - 19:30
Luogo
PAN-Palazzo delle Arti di Napoli